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Commissione Ecomafie a Siracusa, presentate le prime risultanze

SIRACUSA – Un “quadro preoccupante” quello emerso nelle due giornate che la commissione parlamentare sulle ecomafie, presieduta da Alessandro Bratti, ha dedicato giovedì e venerdì in Prefettura con le audizioni di prefetto, sindaco di Melilli, e forze dell’ordine con una tappa anche alla discarica di contrada Bagali, in territorio di Melilli, gestita da Cisma Ambiente e con la maggioranza delle quote sottoposte a sequestro giudiziario.

L’organo bicamerale d’inchiesta ha voluto così fare chiarezza su alcune vicende connesse all’inchiesta della procura di Catania, retta da Carmelo Zuccaro, che riguardano mafia e traffico illecito di rifiuti. La missione a Siracusa segue di poco più di un mese l’inchiesta condotta dalla Procura di Catania, denominata “Piramidi”, che lo scorso 15 marzo ha portato all’arresto di 14 persone tra cui i due proprietari della discarica Cisma di Melilli, Antonino e Carmelo Paratore, ed ha visto coinvolti anche tre funzionari regionali ed uno del Comune di Melilli.

In conferenza il presidente della commissione Alessandro Bratti ha rilasciato queste dichiarazioni: “È una vicenda dove c’è la presenza diretta della malavita organizzata, ci sono fenomeni di corruzione della pubblica amministrazione ed uno di alterazione dei codici dei cicli dei rifiuti che si riverberano sull’ambiente”. Bratti non ha escluso come la vicenda sia intricata e metta in evidenza un sistema organizzato tra colletti bianchi e malavita organizzata nella gestione delle attività di smaltimento della discarica Cisma. “Lo dimostra – ha detto Bratti in conferenza oggi in via del Laberinto, nella sede dell’ex Provincia – il coinvolgimento di consulenti e periti delle Procure. Non sono però emerse nelle audizioni degli organismi di controllo ambientale fenomeni di inquinamento pericoloso. Va fatta piena chiarezza sullo smaltimento del polverino proveniente dall’Ilva e sono dell’idea che siano necessari più che dei commissariamenti dei provvedimenti speciali sull’intera materia della gestione dei rifiuti”. Secondo Bratti quanto rilevato a distanza di un anno dalla precedente visita della commissione in Sicilia non è diversa da altre situazioni presenti nel territorio regionale.

Al centro delle attenzioni della commissione anche l’intreccio tra Ilva, enti pubblici e porti, primo fra tutti quello di Catania dove il polverino è sbarcato. Sulla vicenda si sono spesi con denunce e richieste di audizione il coordinatore dei Verdi, Peppe Patti, tra i primi a sollevare il caso del polverino smaltito sul territorio siracusano insieme all’arciprete augustano don Palmiro Prisutto. Proprio i Verdi hanno convocato una conferenza in mattinata in cui hanno rilevato l’amarezza per non essere stati auditi.

Tra le audizioni anche quella del sindaco di Melilli, Giuseppe Cannata che ha parlato di “ruolo estremamente marginale del suo Comune nella vicenda”, mentre l’assessore all’Ambiente del Comune di Siracusa, Pierpaolo Coppa, è stato ascoltato in qualità di legale. “Non sono stato ascoltato dalla Commissione parlamentare nel ruolo di assessore – ha precisato Coppa – bensì nella veste professionale di avvocato che era stato consultato dal Comune di Melilli per verificare la possibilità di proporre il ricorso contro il decreto Aia del commissario ad acta, Verace. Circostanza dichiarata pubblicamente dal sindaco di Melilli nel corso di una conferenza stampa”.

Tra coloro che sono stati ascoltati anche il comandante e l’ex comandante del Noe di Catania, Michele Cannizzaro e Daniele Quattrocchi, il comandante del nucleo polizia tributaria della Guardia di finanza di Catania Francesco Ruis, il commissario straordinario del Libero Consorzio Giovanni Arnone, il dirigente all’Ambiente del Libero Consorzio Domenico Morello, il direttore dell’Arpa Siracusa Gaetano Valastro.


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