Osservatorio Innovazione

Criptovalute e Blockchain: un grande buco nell’acqua?

Il 2018 è stato l’anno del Bitcoin, con la sua ascesa e la successiva rovinosa caduta. Il Bitcoin, la criptovaluta che nel gennaio 2019 ha compiuto 10 anni, è passato da dicembre 2017 a inizio gennaio 2019 da un valore di quasi 20.000$ a un valore al di sotto dei 3.800$, perdendo oltre l’80% del suo valore per poi assestarsi in questi giorni poco sopra i 5.500$.

Grafico valore Bitcoin da giugno 2017 a fine aprile 2019 – Fonte: Soldionline.it

Una criptovaluta è una valuta digitale che si basa sui principi della crittografia (algoritmi matematici complessi che la rendono sicura) per convalidare le transazioni. In particolare il Bitcoin è una criptovaluta decentralizzata, basata su una tecnologia chiamata Blockchain caratterizzata da nodi che chiunque può installare per diventare parte attiva nel processo di convalida delle transizioni e produzione di altra moneta (il cosiddetto mining).

Il Bitcoin e le altre criptovalute decentralizzate non sono riconosciute come valute a tutti gli effetti dalle Banche Centrali dei vari Governi mondiali, non c’è esplicita chiarezza sulle transazioni e i possessori, violando le normative antiriciclaggio. Per possedere Bitcoin occorre crearsi un wallet (portafoglio) digitale, ad esempio presso il proprio computer, e ricordare la password. Il wallet si comporta come un portafogli reale: anche questo può essere rubato, ma solo chi ha la password può utilizzarlo. Le transazioni di Bitcoin avvengono tra due wallet in forma crittografata e quando il denaro è passato da un wallet ad un altro, la transazione è conclusa. Per comprare o trasformare i Bitcoin in valuta reale (Euro, Dollari, …) occorre andare su siti Internet Exchange, veri e propri cambiavalute. In Italia e in generale in Europa gli Exchange sono obbligati a raccogliere tutte le informazioni necessarie a individuare i possessori dei Bitcoin comprati o venduti, ma il mondo di Internet è immenso ed esistono molti siti che operano non rispettando le regole, così i Bitcoin vengono a volte utilizzati per transazioni illegali (finanziamento al terrorismo, pagamento riscatti, acquisto armi, …). Negli ultimi tempi il Bitcoin e le criptovalute sono state ritenute interessanti più come forme di investimento speculativo che per le transazioni, creando una vera e propria bolla.

Molto più interessante del Bitcoin e delle criptovalute, è la tecnologia che permette di far funzionare le transazioni e l’emissione della moneta digitale in totale sicurezza, rendendo il sistema perfettamente funzionante e protetto da attacchi esterni: la Blockchain.

La Blockchain (catena di blocchi) è caratterizzato da una sequenza di record (i blocchi) in continuo aumento, la cui sicurezza è garantita dall’uso della crittografia. Ogni blocco contiene i dati dell’ultima transazione effettuata e un codice che lo collega al blocco precedente, creando di fatto un libro mastro aperto che traccia le transazioni in maniera verificabile e permanente, non permettendo la modifica dei blocchi già registrati. Ogni transazione è valida se almeno il 50% + 1 dei nodi della rete ha validato la transazione, solo a questo punto viene aggiunto il nuovo blocco alla catena. Per forzare la Blockchain dei Bitcoin bisognerebbe controllare il 50% + 1 dei nodi, il che non è possibile, né conveniente.

La Blockchain rende ogni sistema che ha bisogno di validare transazioni di qualsiasi tipo tra diverse entità estremamente sicuro, veloce e poco costoso. Ad esempio è usata per la tracciabilità della filiera di produzione e di trasformazione dei prodotti agricoli, in particolare per le tipologie di prodotti BIO e DOCG. Una nota cantina ha munito le proprie bottiglie di una etichetta intelligente che permette di conoscere il produttore e tutte le informazioni sull’intero processo di coltivazione e le metodologie utilizzate per la produzione e trasformazione del vino. Qualcosa di molto simile avviene per i polli venduti da una nota catena di supermercati: basta una scansione con il proprio cellulare del codice QR sull’etichetta accanto al peso e al prezzo ed è possibile verificare in tempo reale tutte le informazioni relative alla filiera del prodotto, dall’origine sino all’arrivo al punto vendita.

Tutto ciò che ha bisogno di un soggetto terzo che faccia da garante (dati sanitari, transazioni finanziare, registri di proprietà) può essere idealmente sostituito da una Blockchain. Così, mentre i principali Gruppi Bancari mondiali si sono consorziati per lavorare su una Blockchain comune che renderebbe gli scambi internazionali molto meno costosi, i notai italiani lavorano ad una loro Notarchain, c’è chi pensa alle applicazioni sulle compravendite immobiliari e chi a digitalizzare per tutto il sistema sanitario le cartelle cliniche dei pazienti.

Il 2019 ci aiuterà a vedere i primi risultati delle applicazioni della Blockchain al mondo reale e tutta le potenzialità ancora inespresse.

 

La Blockchain realizzata per la tracciabilità del vino

Nico Saraceno*

*Partner di Strategic Management Partner, specializzato nello sviluppo di progetti nell’area Marketing, Strategy, Digital e Innovazione dei modelli di business nei Financial Services


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