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Dimissioni della Borsellino: dopo la morte della piccola Nicole

borsellinoDopo il caso della piccola Nicole, morta dopo qualche ora dal parto nel tentativo di trasferirla da Catania a Ragusa, scoppia la bufera che coinvolge la Sanità siciliana. L’Assessore al ramo, Lucia Borsellino, dopo le dure parole del Ministro, Beatrice Lorenzin, che ha espresso la possibilità di commissariale la Sanità siciliana, non è riuscita più a reggere i colpi che ha dovuto incassare durante l’espletamento del suo ruolo e dichiara: “Le parole del ministro Lorenzin sono state particolarmente dure e io ritengo che non ci siano più gli elementi minimi perché io possa proseguire il mio mandato, ecco perché annuncio le mie dimissioni. Nei prossimi giorni rassegnerò le mie dimissioni. Contribuirò anche da dipendente dell’Assessorato Sanità all’accertamento della verità sul caso della piccola Nicole. Non voglio aggiungere altro“. La morte della neonata, per la quale non è stato possibile trovare un posto letto nei quattro reparti di terapia intensiva neonatale, ha acceso ulteriormente i riflettori su una situazione di precarietà ed insufficienza in cui verte gran parte del sistema sanitario regionale.

Ma adesso, non sono solo i genitori della piccola a voler fare chiarezza ed avere i nomi dei responsabili, ma è anche il comparto sanitario che si ribella agli attacchi mediatici e grida alla mala politica e non alla mala sanità. In un’intervista ad un noto quotidiano sanitario, infatti, Vincenzo Di Benedetto, primario dell’Utin del policlinico Universitario di Catania, dice: “I medici sono costernati per quello che è accaduto a Nicole e mi sento di parlare a nome di tutta la categoria, sia la classe medica che amministrativa, ma il problema qui non è medico, ma è politico. E’ la nostra burocrazia che non va. Giornalmente – spiega ancora – dobbiamo rifiutare ricoveri in questa unità di terapia complessa, così come altre unità catanesi di chirurgia pedriatica Utitn non c’erano posti. Questo è soltanto un boomerang dei tagli sconsiderati alla sanità regionale. Non si può pensare che a Catania nascono 12mila bambini l’anno e abbiamo, fra tutti gli ospedali, soltanto 38 posti di terapia intensiva“.

In questi giorni, infatti, ci si è chiesto come mai la neonata è stata trasportata verso Ragusa in ambulanza e non in elicottero: la risposta è stata agghiacciante. In pratica il servizio di elisoccorso è attivo solo dall’alba al tramonto, lasciando scoperte le ore notturne. Adesso si cerca il colpevole, si guarda alle pecche che sono emerse dopo la perdita di una piccola vita, ma si chiedono tutti, perché fare qualcosa solo quando accade l’irreparabile? Questa è una domanda che tutti ci poniamo, giornalmente, ma che a quanto pare chi gestisce la Sanità non ascolta o alla quale non può rispondere. Infatti, solo adesso ad esempio ci si accorge di una possibile insufficienza normativa nazionale come afferma il Presidente della Regione, Rosario Crocetta, quando afferma: “Mentre agli ospedali viene richiesta come obbligatoria la Rianimazione, le cliniche private di primo livello possono tranquillamente fare attività senza la Rianimazione neonatale”. Adesso si spera, solamente, che dopo terremoti del genere, che non valgono una vita spezzata, si possa almeno iniziare un cambiamento dove al centro ci sia veramente la salute del cittadino e non altro. – Alcide Ducezio


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