Fatti di Avola del ’68, il giornalista Sorgi chiede la “riapertura dei fascicoli di polizia”


AVOLA – “Riaprire i fascicoli di polizia del 2 dicembre per conoscere le responsabilità di quanto accaduto ad Avola”. Lo ha chiesto Marcello Sorgi, editorialista de La Stampa, dal palco del teatro “Garibaldi” di Avola, dove ha partecipato all’incontro “A sud del ‘68”, organizzato da Assostampa Siracusa nell’ambito delle celebrazioni dei 50 anni dei fatti di Chiusa di Carlo, dove morirono due braccianti.
Sorgi ha raccolto l’appello di giustizia arrivato dalla figlia di Giuseppe Scibilia, morto insieme ad Angelo Sigona durante la protesta dei braccianti della zona sud della provincia di Siracusa, che chiedevano l’eliminazione delle “gabbie salariali” per compensi adeguati.
I lavoratori agricoli effettuarono un blocco stradale sulla statale 115, che consentiva sia allora che oggi l’entrata e l’uscita di Avola, che provocò l’intervento delle forze dell’ordine e si concluse con il tragico bilancio di due morti e decine di feriti tra i manifestanti.
“Negli Stati Uniti hanno desecretato gli archivi della Cia – ha aggiunto Sorgi – e qui non riusciamo a dare risposte ad un episodio tragico che ha lasciato due morti sulla strada. Le famiglie hanno il diritto di sapere”.
La serata al teatro comunale di Avola, moderata da Prospero Dente, segretario provinciale di Assostampa, è stata aperta dal saluto del sindaco Luca Cannata, e ha visto, insieme a Sorgi, lo scrittore Sebastiano Burgaretta, il giornalista Carmelo Miduri e Salvo Adorno, docente di Storia contemporanea all’Università di Catania.
Per tutta la settimana sarà possibile visitare la mostra di giornali d’epoca e assistere alla proiezione delle immagini dell’Istituto Luce nella “sala Frateantonio” a palazzo di Città.