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L’On. Vinciullo contrario all’accorpamento delle autorità portuali di Catania, Augusta e Palermo

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SIRACUSA – La nuova proposta del nuovo Ministro delle Infrastrutture, di accorpare in un’unica Autorità Portuale i porti di Augusta, Catania e Palermo, insieme agli altri porti minori dell’Isola, non solo è pura follia, ma è irricevibile e quindi fin da adesso il Ministro sappia che verrà rispedita al mittente!! Nello stesso tempo, invito la deputazione nazionale, i sindaci e i colleghi regionali ad attivarsi, ognuno per le parti di propria competenza, per scongiurare che una proposta di legge così assurda, tanto da potersi facilmente definire folle, possa diventare legge. Lo dichiara l’On. Vincenzo Vinciullo, Vice Presidente Vicario della Commissione ‘Bilancio e Programmazione’ all’ARS. La nuova proposta intanto disattende totalmente quella che era stata precede concordata col ministro Lupi e ci sembra, a tutti gli effetti, un ulteriore tentativo di scippare la Regione Siciliana delle sue prerogative statutarie, dei suoi progetti, in pratica del futuro nostro e dei nostri figli. Non comprendiamo questo accanimento del ministro Graziano Delrio nei confronti della Sicilia: prima ci viene scippata la superstrada Catania – Lentini – Ragusa, poi i fondi per l’edilizia scolastica, anche se in questo caso avevo concordato con la decisione del Ministro che intendeva punire quei comuni che da oltre 5 anni sono detentori di finanziamenti sugli edifici scolastici, senza spenderli, ora questa nuova proposta che è incompatibile ed irricevibile con la realtà siciliana. Una proposta assurda, ha proseguito l’On. Vinciullo, che non tiene conto della peculiarità del territorio, che non tiene conto degli impegni del suo predecessore, che non tiene conto del fatto che la realtà adriatica e la realtà ionica hanno obiettivi e mission totalmente diverse fra di loro, che non sono conciliabili e che vedrebbe il costruendo porto commerciale di Augusta, individuato già dalla Comunità Europea come il porto di ingresso e di uscita dal Mediterraneo, per la sua vicinanza al Canale di Suez e allo stretto di Gibilterra, per la sua equidistanza dai maggiori porti che si affacciano sul Mediterraneo, perdere ogni autonomia dal momento che dovrebbe essere governato, così come avveniva durante il periodo spagnolo, da Palermo. Come si potrebbe, infatti, programmare da Palermo investimenti per oltre un miliardo di euro per il porto di Augusta? Come si potrebbe da Palermo, con assoluta imparzialità, guidare l’integrazione tra il porto di Augusta e quello di Catania, senza tentare di mettere in discussione la preminenza di questi due porti nel Mediterraneo? Com’è noto, il porto di Palermo non ha nessuna delle caratteristiche del porto di Augusta di cui qui se ne ricordano alcuni: Un elevatissimo traffico mercantile di navi da carico liquido e gassoso; Una presenza massiccia di industrie petrolchimiche e di depositi costieri, che perfino l’ultimo report trimestrale dell’ENI ritiene unici e strategici; bunkeraggi che, assieme alla provveditoria, rende il porto megarese sicuramente competitivo a livello internazionale. La completezza dei servizi offerti a qualunque tipologia di nave (bunkeraggi, discarica acque di sentina e lavaggio, forniture navali, riparazioni, ecc.) e l’operatività 365 giorni l’anno 24h/24 in qualsiasi condì meteo, rende lo scalo di Augusta un approdo unico, sicuro ed efficiente; una cantieristica navale all’avanguardia per competenze, capacità e strumenti altamente sofisticati; il Comando Militare Marittimo Autonomo in Sicilia che dipende direttamente dal Comando in Capo della Squadra Navale, oltre alla presenza delle Forze Marittime della NATO; Una rete diffusissima di trasporti commerciali di merci solide, alla rinfusa, in colli e in contenitori. Senza dimenticare che il Porto di Augusta,come da decisione del Parlamento Europeo è inserita nella rete Core Ten-T, identificato come porto di categoria A, sia per volumi di prodotti movimentati e di traffico, sia per le prospettive di sviluppo che lo stesso porto offre. Stesso discorso dicasi per Catania, che, ha continuato l’On. Vinciullo, ha una presenza quasi esclusiva nel settore dei traghetti per merci, una presenza importante nella fascia del turismo e della movimentazione di merci in container e un interscambio che tutti apprezzano per l’elevata qualità. Ora si è pensato di ridurre da 24 a 8 le Autorità Portuali, convinti di poter risparmiare e invece si mantengono i gettoni e i costi di rappresentanza che sono fra i più elevati in Italia. Quindi, la riduzione dei costi sarebbe alla base di queste quasi 200 pagine in cui è stato racchiuso il Piano Strategico della Portualità e della Logistica, un piano a dir poco faraonico ed irrealizzabile, che forse avrebbe potuto apprezzare Lisia per il suo procedere ampolloso, tale da ingenerare solo confusione in coloro i quali saranno costretti, loro malgrado, a leggerlo. Io non credo che il ministro lo abbia mai letto, perché se lo avesse fatto, credo che avrebbe usato uno stile più conciso, sicuramente avrebbe cestinato la maggior parte del progetto e si sarebbe fatto promotore di uno meno cervellotico e più rispondente alla verità. Dicevo, si è pensato per ridurre i costi di intervenire sul numero delle portualità, mettendo insieme realtà che non possono e non vogliono stare insieme e se, con la forza, saranno costrette a stare insieme, caratterizzeranno il loro stare insieme con una litigiosità quotidiana e costante e con il mancato raggiungimento certo degli obiettivi prefissati e della mission assegnata. Caro ministro, si possono contenere lo stesso le spese, si può lo stesso risparmiare mantenendo livelli di autonomia più diffusi. Ad esempio: 2 Autorità Portuali in Sicilia anche spendendo di meno, basta ridurre i compensi al presidente, al segretario generale, ai componenti del comitato, mi sembra che attualmente il loro stipendio sia di molto più consistente di quello di un deputato regionale e perfino dello stesso presidente della Regione Siciliana!!! Non lo dico polemicamente, portiamolo al livello di un deputato regionale e vedremmo possibilmente che in Sicilia possiamo mantenere almeno 3 Autorità Portuali. E’ una soluzione banale? E’ una soluzione sciocca? Potrà anche essere tale ma raggiunge l’obiettivo che ci siamo prefissi cioè quello di mantenere l’autonomia dei porti della Sicilia orientale rispetto a quelli della Sicilia occidentale, pardon, a quello della Sicilia occidentale. E’ chiaro che poi nell’ambito della Sicilia orientale bisognerà discutere e trovare una soluzione equa e rispondente alla realtà oggettiva dei porti, ma in questo secondo caso è un problema che riguarda esclusivamente la provincia di Siracusa e di Catania, che potrebbero affidarsi a dei giudici terzi per individuare chi fra Augusta e Catania deve ospitare la sede della Port Autohrity. In questo momento, ha concluso l’On. Vinciullo, occorre invece rivendicare con forza l’autonomia decisionale della Sicilia orientale rispetto a Palermo perché se in questo momento continuassimo a tenere un atteggiamento poco intelligente, come i famosi polli di Renzo favoriremmo solo la città di Palermo a danno della Sicilia e dei siciliani.


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