Noto- Il museo delle carte tornerà a essere fruibile? Si. No. Forse. In realtà dopo la sua chiusura temporanea, con l’assicurazione da parte dell’amministrazione comunale che si sarebbe trovato un luogo più idoneo in tempi brevi, alcuni cominciano a chiedersi come mai ci voglia così tanto tempo per adottare una decisione. Il museo delle carte ha un suo indubbio fascino, essendo l’esposizione delle memorie di ogni sapere, recuperate nel territorio di Noto dai giornali stampati in città soprattutto nella seconda metà dell’ottocento a testimoniare il fervore culturale del tempo, agli atti e testamenti manoscritti dal cinquecento in poi, alle contabilità agrarie dei feudi, ma anche ai libri di varia natura, testi scolastici, riviste. Tutte memorie che riunite, danno la possibilità al visitatore di scorrere la storia della città e del suo territorio, per questo dunque, un bene irrinunciabile.
“Il museo riaprirà presto i battenti però ci sono tempi tecnici da rispettare e passaggi che vanno fatti prima di pensare a una destinazione – chiarisce l’assessore alla Cultura Cettina Raudino che aggiunge: “Sono passaggi relativi alla collezione stessa che va inquadrata in un altro modo e rispetto alla quale mi aspetto una catalogazione, un inventario. In ogni caso- aggiunge- presto, molto presto ci saranno delle novità”. Ad ogni modo salta all’occhio una certa incomunicabilità tra l’assessore e il direttore artistico del museo Pietro Giannone, proprietario delle famose “carte” raccolte con impegno e sacrificio nel corso degli anni. “Io sono sempre stata disponibile a parlare, dopodiché c’è stato un fuoco di fila nei miei confronti. Però non è stato questo a non farci comunicare- si affretta a sottolineare Raudino- ma il fatto che nel frattempo ci siamo riservati di leggere bene la documentazione al Comune riguardante il Museo delle carte.
Ciò detto vorrei precisare che io farò la parte che mi compete. Come assessore alla cultura ritengo che questa collezione abbia un valore e rappresenti un’offerta molto interessante per questo territorio, ma che però vada valorizzata in altro modo. Mi aspetto dunque una proposta relativa alla catalogazione e all’inventario che non c’è e di trovare anche delle risorse nelle intelligenze degli studiosi locali. Ci sono tanti aspetti da sviscerare e un progetto di fatto non è mai venuto fuori. Più che un’esposizione di questi documenti, la città non ha ancora visto nulla. Ci vuole una progettualità vera rispetto a questa collezione e io stessa la metterò in campo. Ho già parlato con studiosi che si occupano di questo settore per vedere come valorizzarla al meglio. Per gli altri aspetti si occuperà l’amministrazione comunale”. – Cetty Amenta