Palazzolo, convegno Rotary per il centenario della Grande Guerra


PALAZZOLO ACREIDE – Nella “sala delle aquile verdi” del palazzo comunale di Palazzolo Acreide, la scorsa domenica sera, si è svolto un evento culturale in ricordo della Grande Guerra, nell’anno del centenario dell’armistizio. La manifestazione, fatta propria dall’Amministrazione comunale, è stata organizzata dal Rotary club di Palazzolo Acreide e dal Rotary club di Pachino con la collaborazione scientifica della “Società siracusana di storia patria“, che negli anni ha curato un piano di studio e di ricerca sulla Grande Guerra su tutto il territorio della provincia.
Nell’intervento di saluto, l’ing. Edi Lantieri, presidente del Rotary club di Palazzolo Acreide, ha sottolineato il ruolo di servizio svolto dal Rotary a livello internazionale ma soprattutto nelle comunità locali, anche con l’organizzazione di manifestazioni culturali, poi l’avv. Lucia Amato, presidente del Rotary club Pachino, ha evidenziato come l’attività si svolge in continuità con altre manifestazioni patrocinate dal club nel corso degli anni e punta a valorizzare la conoscenza e la ricerca della storia locale, come motore dei processi identitari.
Il presidente della “Società siracusana di storia patria”, il prof. Sebastiano Amato, ha proposto una sintesi di storia militare nel fronte italiano dopo Caporetto fino alla firma dell’armistizio del 4 novembre 1918. Interessanti e originali gli interventi della prof. Rosalba Savarino, che ha relazionato sull’esperienza al fronte del tenente Michelangelo Pantano classe 1895, morto durante l’XI battaglia dell’Isonzo e medaglia al valore militare, che rappresenta il contributo umano e militare che un’intera generazione di giovani.
Quindi il dott. Francesco Carracchia ha proposto una lettura della Grande Guerra attraverso l’opera degli intellettuali, soprattutto letterati e poeti, e il prof. Salvatore Santuccio una lettura del fatto storico da una prospettiva di analisi assai particolare: le “case chiuse”, considerato allora un servizio reso dalle donne alla causa nazionale e agli uomini che trascorsero anni della loro vita al fronte.
Da più parti è stata, inoltre, apprezzata la prospettiva di avvicinare e connettere la storia locale con la storia nazionale, fatta da uomini e donne che in modo diverso hanno contribuito alla costruzione dell’Italia.