“Sicilia, finiscila di piangere” questo il finale della performance musicale del cantautore Carlo Muratori, che corregge il noto verso di Ignazio Buttitta (“Sicilia chianci”, in Pirati a Palermo) e conclude la settimana promossa dal Gal Natiblei di Canicattini Bagni, il Consorzio pubblico-privato che vede insieme i territori del Sud Est siciliano delle province di Siracusa, Ragusa e Catania, al cluster Bio-Mediterraneo di Expo 2015.
Questo il senso della presenza dal 15 al 21 Giugno del territorio ibleo alla grande vetrina mondiale di Expo 2015, raccogliendone un bilancio più che positivo, in termini di presenze e di apprezzamento.
Una Sicilia che si rialza, che mette insieme i territori e le sue eccellenze, da quelle dell’agroalimentare, e quindi la Dieta Mediterranea, a quelle culturali e paesaggistiche, facendole diventare un modello di sviluppo sostenibile, con l’apporto, la progettualità dal basso e l’esperienza del sistema Gal, quindi il Gal Natiblei presieduto da Giovanni Castello, il Gal Val d’Anapo-Agenzia di Sviluppo degli Iblei, di cui è presidente il Sindaco di Canicattini Bagni, Paolo Amenta, Vicepresidente di AnciSicilia, con delega alle politiche Comunitarie, allo Sviluppo e alle Politiche Sociali, all’interno dell’Associazione siciliana dei Comuni.
Un modello di sviluppo possibile, che rende protagonisti i territori rurali e guarda al futuro dell’isola e al suo ruolo nel Mediterraneo, quale “piattaforma del benessere”.
Un’azione di sistema regionale, che in questa delicata fase di rilancio dello sviluppo, si traduce in un Patto territoriale Europeo di corresponsabilità, per l’utilizzo delle risorse comunitarie nel processo di Sviluppo Sostenibile, che coinvolge quattro aree territoriali: Iblei (Sr-Rg-Ct) – Madonie (Pa-Cl-En) – Sicani (Pa-Ag) – Metropoli (Pa).
Una rete di sviluppo locale che l’AnciSicilia, attraverso il Vicepresidente Paolo Amenta, sta coordinando al fine di mettere a valore le potenzialità delle specificità locali chiamando in campo le coalizioni dei Comuni ed i partenariati privati dei Sistemi Locali di Sviluppo organizzati in Gal ed Agenzie di Sviluppo, in quanto su di essi discende dai regolamenti dell’attuale ciclo di programmazione comunitaria 2014-2020, il compito di applicare il principio di sviluppo locale partecipato, e l’utilizzo delle risorse economiche disponibili nei vari Fondi (comunitari, nazionali, regionali, comunali, privati e investitori esterni).
Questo il progetto che per una settimana è stato presente, assieme a 40 aziende dell’agroalimentare e dei servizi, alla cucina di grandi chef quali Gaetano Quattropani, Carmelo Chiaramonte, Andrea Alì, e i giovani cuochi del Consorzio Chiaramonte, gli oli e il miele degli Iblei, i vini Nero d’Avola, il pane dei Fratelli Vescera, le arance della Valle dell’Anapo e della zona agrumetata del Sud Est, le granite e le “nivere”, al cluster Bio-Mediterraneo di Expo 2015, intrecciandosi con le realtà dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo con il quale costruire rapporti e reti di reciproca crescita.
Una sfida, quella della crescita economica in tempo di crisi, e dei rapporti possibili con i Paesi del Maghreb, che ad Expo 2015 si è intravista non solo negli show cooking condivisi tra chef siciliani e tunisini, ma anche nella firma di un’intesa su progetti di cooperazione tra l’area degli Iblei e il Libano.
«In un incontro con alcuni rappresentanti del Libano presenti al cluster – ricorda il Presidente dell’Agenzia di Sviluppo degli Iblei, Paolo Amenta – abbiamo sottoscritto un protocollo per individuare progetti comuni sui temi dell’agricoltura e del turismo, dei rifiuti e delle energie rinnovabili. Non solo, ma in questa settimana di presenza ad Expo abbiamo fatto conoscere alle migliaia di visitatori di tutto il mondo che sono transitati dal cluster Bio-Mediterraneo, un modello di sviluppo sostenibile che farà diventare la Sicilia una piattaforma del benessere e della qualità della vita nel Mediterraneo. Un progetto che parte dalle comunità – ha sottolineato, così come ha fatto in questi giorni ad Expo, il Sindaco Paolo Amenta – ponendo al centro le produzioni di qualità di questa terra, la Dieta Mediterranea, dando il giusto valore al cibo e ai prodotti, i luoghi e i paesaggi di grande pregio, che insieme alla produzione di energia pulita, disegnano il futuro di questa regione».
Un lavoro di crescita dell’economia locale, quello promosso in questi anni dal sistema Gal, che ha sviluppato attività in grado di valorizzare le eccellenze alimentari dell’area del Sud Est dell’isola e i prodotti delle aziende che coniugano tradizione e innovazione.
L’ambiente rurale degli Iblei è un laboratorio per sperimentare strategie di sviluppo: negli ultimi tre anni il Gal Natiblei ha erogato cinque milioni di euro attraverso il Piano di Sviluppo Rurale. Piccole e medie imprese familiari e giovani imprenditori che scommettono sulle potenzialità e sulla bellezza dei luoghi in cui sono nati e da cui non vogliono fuggire.
Dove gli ulivi secolari ereditati dai nonni producono la dop tonda iblea, una delle eccellenze tipiche del territorio, apprezzata dai concorsi internazionali. Dove una cipolla particolarmente dolce, quella di Giarratana, diventa presidio Slow Food e attraversa l’Oceano in vasetto.
Il racconto degli Iblei ad Expo ha messo dunque al centro la stagionalità e la tipicità dei prodotti della terra, che sono alla base della Dieta Mediterranea, riconosciuta come patrimonio dell’umanità.
Sul palco del cluster lo show cooking, la preparazione e la degustazione del cibo, è stato l’attrattore principale, accompagnato da suoni dei “Nunnè lapa né musca”, de “I perciazzucca””, e di Carlo Muratori.
Immagini e parole che hanno evocato i luoghi segnalati dalla World Heritage List dell’Unesco (Pantalica, Siracusa e il distretto del Barocco) e la bellezza della Valle dell’Anapo, dove crescono 35 specie di orchidee spontanee e piante che curano da millenni, come l’iperico, così come ha raccontato ai visitatori l’etnologo e guida naturalistica Paolino Uccello.
«Gli altri padiglioni – spiega Gaetano Amenta, che ha coordinato tutte le attività del Gal ad Expo 2015 – hanno puntato sulle attrazioni tecnologiche, noi abbiamo cercato di incuriosire con i sapori genuini della nostra terra, diraccontare le storie di prodotti di nicchia che conquistano il mondo, di incantare con l’anima dei luoghi».
Musica, sapori, colori che rappresentano la Sicilia che cambia e sogna di tornare a essere il cuore del Mediterraneo.