Politica

Priolo, diniego a impianto fotovoltaico Eni, quattro consiglieri alimentano il fronte del “no”

PRIOLO GARGALLO – In merito al “diniego” da parte dell’amministrazione Rizza al progetto Eni di realizzare un impianto fotovoltaico nel territorio di Priolo Gargallo, su cui erano già intervenuti criticando il processo decisionale i tre consiglieri Biamonte, Carucci e Fiducia, arriva una nota congiunta dei consiglieri comunali Beniamino Scarinci, Giusy Valenti, Amerigo Sullo e Yuri Buonafede.

Il loro “no” è fermo: “Premesso che il Sindaco di Priolo ha illustrato nel corso dell’ultimo consiglio comunale il progetto e le motivazioni del diniego “politico” all’iniziativa del gruppo Eni, premesso che i consiglieri che hanno lamentato il confronto istituzionale sul progetto erano tutti assenti durante la seduta del consiglio è quindi, se il confronto non c’è, questo è mancato a causa della loro assenza e non per mancanza di comunicazione istituzionale, premesso altresì che i sottoscritti invece erano tutti presenti e hanno condiviso le motivazioni del diniego “politico” da parte dell’Amministrazione, i sottoscritti al fine di dare ancora più forza al proprio “no” hanno chiesto al Presidente del consiglio comunale l’indizione per lunedì prossimo di una seduta informale del consiglio con carattere d’urgenza”.

Spiegano le motivazioni della propria contrarietà al progetto: “Questo perché l’operazione proposta da Eni vede l’idea di realizzare un impianto fotovoltaico da 6,7 mw nell’unica area che, ancorché a destinazione industriale, risulta essere tra le pochissime ad essere rimaste libere da insediamenti della grande industria che tanti danni hanno creato nel nostro territorio, riteniamo quantomeno inopportuna tale prospettiva in quanto dal gruppo ENI che tanto,tantissimo, ha avuto dalla nostra terra. Ci si aspettano ben altre proposte di investimenti le quali oltre ad essere ecosostenibili come il fotovoltaico debbono comunque avere un riscontro occupazionale e debbono tenere conto di un territorio devastato nel quale si aspettano le bonifiche e il risanamento. Sarebbe stato auspicabile che la proposta di realizzare un impianto di queste dimensioni avrebbe interessato le aree che Eeni possiede all’interno del sito multisocietario e che necessitano di essere bonificate al fine di destinarle ad una nuova reindustralizzazione green, mai ci saremmo aspettati che i promotori dell’investimento individuassero l’unica area incontaminata come sito ideale, tra l’altro l’area ricade a pochi passi dal sito delle saline di Priolo e quindi nei pressi di Marina di Priolo dove il comune ha investito somme per un rilancio turistico”.

I quattro consiglieri intendono allargare il fronte del “no”: “I sottoscritti hanno chiesto al Presidente del consiglio comunale di invitare i sindacati e tutti i parlamentari siracusani in maniera tale da allargare quanto più possibile il fronte del no a questa proposta, invitiamo contestualmente i consiglieri d’opposizione a farsi portavoce presso i loro parlamentari di riferimento che appartengono al Pd per la loro presenza ricordandogli che il gruppo Eni non rappresenta una società privata che fa business, bensì rappresenta un braccio operativo dello Stato che fa riferimento diretto al Parlamento italiano, per cui le scelte del gruppo dipendono direttamente dalla politica e quindi i nostri parlamentari hanno ancora una volta la responsabilità diretta di scelte che appaiono sconclusionate o peggio ancora di mero sfruttamento della nostra terra e delle nostre risorse naturali, senza che le stesse portino con sé ristoro e prospettive per i nostri concittadini”.

L’accusa è quindi alla classe politica parlamentare, regionale e nazionale: “Siamo stanchi di assistere ai continui scippi a cui la nostra classe politica “inadeguata” sottopone la nostra provincia, appare irrisorio ricordare l’ultima malefatta del governo regionale e nazionale sulla sede della Port authority, come allo stesso tempo ci viene naturale contestare ancora una volta le prese in giro di anni di battaglie che hanno portato dapprima alla firma dell’accordo di programma sulla chimica del 2005 e poi alla firma dell’accordo di programma sulle bonifiche del 2008 senza che questi protocolli abbiano portato risultati per la prospettiva industriale della nostra terra e per il benessere di tutti noi che ci viviamo. È ora che chi ha responsabilità di governo ad alti livelli faccia i conti con il fallimento di una intera stagione di pura illusione alla quale siamo stati costretti ad assistere, è ora che questi signori che siedono al parlamento illustrino la loro idea di politica industriale che immaginano per la nostra realtà, è ora che chi ci rappresenta a Roma ci dica quanto ancora dovremmo soffrire prima di vedere una nuova iniziativa industriale nascere scevra da tutti i cavilli e le complicazioni burocratiche che derivano dai mille provvedimenti emanati dallo Stato e dalla Regione, per limitare o addirittura impedire qualunque ipotesi di sviluppo industriale di quello che è stato per decenni il polo petrolchimico più grande d’Europa”.

(foto di repertorio)


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