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Ritorno a scuola, monito dell’arcivescovo di Siracusa: “Turbato da violenze tra minori, se non si vede nell’altro il fine è società fallita”

SIRACUSA – In vista dell’imminente ritorno a scuola degli studenti siciliani, mercoledì 13 settembre, l’arcivescovo di Siracusa, monsignor Francesco Lomanto invia un messaggio al mondo della scuola, anche nella qualità di delegato per le comunicazioni sociali e la cultura della Conferenza episcopale siciliana.

Il mio animo è turbato – scrive monsignor Lomanto – dalle tante notizie che si rincorrono circa violenze usate da minori verso altri minori, da ragazzi che, magari condividono gli stessi banchi scolastici e, poi, si ritrovano ad essere aguzzini e vittime di crimini efferati. Una società che non vede nell’altro il fine, ma solo il mezzo – magari per il soddisfacimento dei più biechi istinti e per l’affermazione della forza del “branco” su una “preda” – è una società fallita, perché ha perduto ogni riferimento antropologico, nonché il senso proprio dell’essere comunità”.

La comunità di cui tutti facciamo parte – prosegue – deve avere come obiettivo principale il perseguimento del bene comune; quando, invece, uno fra noi s’impone con la forza sull’altro, si ha la frustrazione del nostro vivere insieme“.

L’arcivescovo si rivolge, in particolare, agli educatori della comunità scolastica: “Incoraggio e supporto l’opera di tutti gli operatori nel mondo dell’educazione di bambini, ragazzi e giovani. Abbiate sempre presente che l’opera cui vi dedicate non è solo vostra, ma prima d’ogni cosa è di Colui il quale si è fatto uomo perché gli uomini “abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10,10b)“.

Monsignor Lomanto, già lo scorso anno, aveva sottolineato l’importanza della missione educativa della scuola segnalando “che tirar fuori il meglio che c’è in ogni uomo dev’essere l’intenzione di ogni impresa educativa“. E nel suo messaggio quest’anno, rivolgendosi agli studenti, augura di poter “godere di questa abbondanza e pienezza di vita, rendendovi conto che vivere nel rispetto dell’altro è ciò che rende veramente uomo un essere umano. Nella Seconda lettura di Domenica scorsa abbiamo letto “non siate debitori di nulla a nessuno, se non dell’amore vicendevole” (Rm 13,8). Di questa “civiltà dell’amore” – di cui il Santo Papa Paolo VI spesso parlava – dovete voi, ragazzi, essere gli edificatori e i cittadini. È quanto mai necessario riconoscere l’amore di Dio per noi e, in questo amore, stringere tutti in un ideale enorme abbraccio – iniziando da chi ci è più vicino per giungere sino agli estremi confini della terra – per costruire una società in cui non alberghino soprusi e iniquità, ma trionfi la pace e la giustizia”.

(Nella foto di repertorio: recente visita dell’arcivescovo Lomanto all’Istituto “Rizza” di Siracusa)


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