Siracusa, 13 marzo, esposto il simulacro di Santa Lucia. Consegna delle chiavi a tre profughe ucraine


SIRACUSA – La consegna delle chiavi della cappella a tre profughe ucraine, fuggite da Kiev e arrivate qualche giorno fa a Siracusa. Un atto simbolico per dimostrare la vicinanza della Chiesa aretusea a chi è stato costretto a lasciare la propria terra. Si è aperta così questa mattina la giornata di preghiera e solidarietà dedicata a Santa Lucia nel ricordo delle tante persone colpite dal dolore a causa della pandemia che, da due anni, funesta il mondo.
Il 13 marzo 2020 l’atto di affidamento alla Patrona, recitato nella cappella ottagonale della borgata, e lo scorso anno l’apertura straordinaria della nicchia che ne custodisce il simulacro in cattedrale. Un appuntamento che la Deputazione della cappella ha deciso di rendere fisso negli anni. Il 13 marzo dunque sarà sempre una giornata di preghiera e di carità e se, lo scorso anno, la raccolta dei viveri fu destinata solo alla Caritas diocesana per i bisogni delle famiglie siracusane in disagio economico, quest’anno la raccolta alimentare è stata sostituita da quella in denaro. Le offerte raccolte in cattedrale durante le messe di oggi e quelli versate negli offertori, saranno destinate alla Caritas cattolica e a quella ortodossa dell’Ucraina.
“Ci uniamo nella preghiera e invochiamo il patrocinio di Santa Lucia – ha detto Pucci Piccione, presidente della Deputazione della cappella di Santa Lucia – affinché il Signore ponga fine a questa assurda guerra. I siracusani sono stati molto generosi domenica scorsa, in occasione della prima raccolta fondi, e sono certo che anche oggi dimostreranno concretamente la loro vicinanza a chi soffre a causa del conflitto”.
Durante l’omelia della santa messa delle 11,30, monsignor Francesco Lomanto ha sottolineato che “Santa Lucia ci insegna che la vita cristiana è cercare Gesù solo, vivere davanti a lui, sotto il suo sguardo, alla luce della sua presenza. Dobbiamo saper tacere per lasciare parlare lui in noi. L’esperienza di bene ci aiuta a comprendere che Dio è vicino a noi anche se a volte ci sentiamo soli e abbandonati e, invece della nube luminosa, vediamo nubi oscure. Dobbiamo saper scorgere la luce della trasfigurazione – ha aggiunto – Andiamo avanti perché chi cammina in avanti, anche se attraversa il buio della notte, va sempre verso la luce”.
Al termine della celebrazione eucaristica, e dopo il canto dedicato alla Patrona, è stata recitata nella cappella la preghiera a Santa Lucia, composta dallo stesso arcivescovo di Siracusa e che si conclude così: “Apri gli occhi del nostro cuore perché, anche nelle avversità della vita, vediamo lo splendore della vera luce. Amen!”.