Politica

Siracusa, Consiglio comunale torna in aula oggi. Scala risponde a Reale. Sarà l’ultima seduta?

SIRACUSA – Il Consiglio comunale, in seduta di aggiornamento, torna in aula questa sera alle 18 al salone “Borsellino” di Palazzo Vermexio. All’ordine del giorno l’unico provvedimento non approvato nel corso dell’ultima seduta, quello che regolamenta l’acquisizione gratuita e l’accorpamento al Demanio stradale comunale di terreni di proprietà privata utilizzati ad uso pubblico.

Ma in questi giorni in città tiene banco ciò che determinerà la bocciatura del bilancio consuntivo 2018, sancita col voto dello scorso 8 novembre (nella foto). Stamani il consigliere d’opposizione Ezechia Paolo Reale ha divulgato la lettera inviata alla presidente del civico consesso e ai capigruppi consiliari dal titolo “Oggi ultima seduta del Consiglio comunale di Siracusa?”, con la chiosa “Perché democrazia ed istituzioni sono cose serie”.

Gentile presidente, la seduta odierna del Consiglio Comunale non può, a mio avviso, essere limitata alla trattazione dell’Ordine del Giorno.

Non possiamo certo fingere che non siano accaduti fatti di profondo rilievo istituzionale, quali il voto negativo sulla proposta di rendiconto, che con ogni probabilità comporteranno un’ingiusta sanzione applicata all’Organo di controllo sulla base di una norma manifestamente iniqua.

La questione è stata oggetto di ripetuti interventi di partiti politici ed organi istituzionali e di grande attenzione sulla stampa e sui social. La gente non capirebbe se noi restassimo oggi in silenzio e non dibattessimo anche questo rilevantissimo tema in quella che potrebbe essere l’ultima seduta di questo Consiglio Comunale. Credo che ciascun gruppo e ciascun Consigliere abbia il diritto, e forse anche il dovere, di prendere posizione non sulla stampa, ma in atti ufficiali e nel giusto contesto istituzionale.

Faccio, quindi, appello a lei ed ai presidenti dei gruppi consiliari affinché, nell’ambito delle comunicazioni o in altro contesto consentito dal Regolamento, sia affrontato e dibattuto, senza limitazioni eccessive di tempo, un argomento sul quale la città ha mostrato grande interesse e che si eleva al di sopra del singolo caso di Siracusa manifestando un’anomalia di sistema grave.

Non evidenziare i veri motivi che hanno condotto all’attuale situazione e non sottolinearne gli aspetti di anomalia che minano autonomia dell’Organo e democraticità del sistema sarebbe un’omissione vile, soprattutto a fronte di molte valutazioni errate, inique ed a volte offensive che, nel forzato silenzio tenuto sino ad oggi dal Consiglio Comunale, sono state veicolate all’opinione pubblica“.

Viene quindi rese nota la comunicazione trasmessa dalla presidente del Consiglio comunale, Moena Scala al consigliere d’opposizione Ezechia Paolo Reale, in risposta alla suddetta richiesta in ordine alla seduta consiliare del pomeriggio, risposta inviata anche agli altri consiglieri comunali.

Gentile consigliere Reale, Gentili Tutti, vengo chiamata in causa dal consigliere Reale il quale mi esorta, in nome di un rispetto della democrazia e dell’Istituzione che rappresento, a lasciare spazio nella seduta odierna, al dibattito sulla attuale situazione consiliare.

Questa Presidenza, sin dal suo primo istante di insediamento, spesso nel totale silenzio e nell’indifferenza di chi oggi batte i pugni sul petto recriminando ciò che ha sempre avuto, ha più e più volte ribadito nel corso di questi sedici mesi di investitura la forte ed assoluta necessità di un dialogo costruttivo tra le forze politiche.

Questa Presidenza, più e più volte – ed anche in questo caso invano- ha tentato di ricondurre nei binari di un corretto e pacato dialogo istituzionale le continue ed immature bagarre di un’Aula che spesso ha disatteso ciò che questa città grida ancora a gran voce ovvero quella maturità politica di chi è chiamato a rappresentarla piuttosto che mortificarla con scenette da cabaret.

Questa Presidenza, nel rispetto della pluralità politica delle forze che rappresenta, ha richiamato, attraverso note ufficiali, continue prese di posizione a difesa dell’Istituzione e non del proprio ruolo personale, comunicati stampa e continui richiami nel corso delle tante sedute svolte, ad un ordine ed una dialettica pacata e degna della città che tutti rappresentiamo.

Questa Presidenza, egregio collega Reale, ha sempre fatto questo nella quasi totale indifferenza soverchiata da una dialettica urlata ed incapace, alla resa dei fatti, di rappresentare questa città come meriterebbe. Inutile tediare tutti voi sulla grande mole di documenti a corredo di questa mia posizione, sempre o quasi sempre ignorata.

Questa Presidenza, infine, nonostante il continuo clima di odio e mancanza di dialogo istituzionale, spesso alimentato ad arte proprio da alcuni membri del Consiglio, ha introdotto, con grande e convinta determinazione, uno spazio iniziale dedicato alle comunicazioni su argomenti considerati rilevanti per la città.

Converrà con me dunque, egregio collega Reale, che la sua richiesta non può che trovarsi in perfetta sintonia con quanto da sempre messo in atto dalla scrivente, mantenendo tempi e modi fin qui concessi nel rispetto delle tematiche trattate e ricordando a tutti che esiste un ordine del giorno fissato e sul quale ognuno di noi è responsabilmente tenuto ad esprimersi.

Mi consenta, infine, di precisare un aspetto per me essenziale in ordine alla inesatta rappresentazione data di questo Consiglio Comunale che presiedo, come di un organo rimasto nel forzato silenzio: il libero esercizio del voto consiliare, la consapevolezza delle decisioni istituzionali intraprese nel civico consesso e, financo la voluta o meno assenza dallo stesso, rappresentano perfettamente quello che lei recrimina e che da par mio, ho sempre fatto rispettare: ovvero la libertà sancita dalla Costituzione di esprimere la propria posizione politica in ragione di una mandato conferito ad ognuno dei Consiglieri comunali dal proprio elettorato.

Auspico, pertanto, che questa dolorosa pagina politica cittadina possa spingere tutti a dare finalmente concreta attuazione a quel “cambio di passo” tanto sperato, quanto necessario”.


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