Siracusa, Consiglio comunale, ultima seduta e giù il sipario. Reale e Castagnino: “Colpa di una legge anticostituzionale”


SIRACUSA – Ezechia Paolo Reale l’ha definita una legge “salva-sindaci”, Salvo Castagnino non ha esitato a giudicarla “uccidi democrazia”. Entrambi hanno concordato nel considerarla “anticostituzionale”. Una norma che ha decretato la fine anticipata del consiglio comunale di Siracusa che, non approvando il conto consuntivo dello scorso anno, ha firmato dieci giorni fa un clamoroso autogol. In base alla normativa regionale, infatti, ne è stato decretato lo scioglimento. A firmare l’apposito documento il commissario ad acta Giovanni Cocco che, questa mattina, ha approvato il bilancio 2018, sostituendosi di fatto al civico consesso.
I consiglieri eletti 16 mesi fa si sono riuniti nel tardo pomeriggio di oggi per l’ultima volta. E se Reale ha definito quello che è successo una bella pagina per la politica siracusana “perché abbiamo dimostrato di non essere attaccati alla poltrona, ben conoscendo le conseguenze di ciò che stavamo facendo”, Castagnino ha attaccato il sindaco Francesco Italia, arrivato al salone “Borsellino” (aula consiliare inagibile per lavori) con qualche decina di minuti di ritardo. Lo ha invitato ancora una vola a farsi da parte “perché – ha sottolineato – i legittimi rappresentanti del popolo hanno bocciato l’attività amministrativa e contabile della Giunta e tutto ciò a prescindere da ciò che contempla l’attuale normativa”. Italia ha ascoltato in silenzio, scuotendo la testa e non guardando in faccia il consigliere comunale vinciulliano, che ha attaccato anche i revisori dei conti, “per aver dato parere favorevole ad una situazione contabile che loro stessi hanno criticato. Io, per quanto mi riguarda – ha aggiunto Castagnino – ho già depositato gli atti alla Procura della Repubblica e alla Corte dei conti”.
Tra gli interventi anche quelli di Michele Buonomo, il quale ha ripercorso la tormentata storia di “un consiglio comunale nato male (con tre mesi di ritardo e costretto a riunirsi in un aula priva di aria condizionata) e finito peggio, viste le continue vicissitudini, anche di natura logistica con cui abbiamo dovuto fare i conti. Il confronto politico pacato e rispettoso dei ruoli spesso è trasceso e – ha osservato l’esponente dei Verdi – ma ciò non ha impedito all’aula di lavorare nell’interesse della comunità siracusana”.
Mauro Basile non ha nascosto la sua amarezza, ribadendo che “per quanto mi riguarda sarei disposto anche a pagare per fare il consigliere comunale e continuare a spendermi al servizio di questa città”. Gaetano Favara ha osservato come “si tratti di una pagina negativa per la politica siracusana e chi pensa che il sindaco Italia abbia piacere di lavorare in assenza del consiglio comunale si sbaglia di grosso”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Michele Mangiafico. Conclusioni affidate a Ferdinando Messina e Curzio Lo Curzio, poi il calo del sipario su un organo politico che da questa sera, per una bizzarra e strana legge regionale non esiste più.