Cronaca

Siracusa, incendio Cumanà, arrestato il dipendente che rimase ferito. È indagato per danneggiamento e simulazione di reato

SIRACUSA – È stata eseguita stamani da agenti della squadra mobile l’ordinanza con la quale il Gip di Siracusa, su richiesta della Procura aretusea, ha disposto le misure cautelari degli arresti domiciliari nei confronti di Salvatore Greco, di 53 anni, e dell’obbligo di dimora nel comune di residenza nei confronti della compagna B.V., di 32 anni, in quanto gravemente indiziati dei reati di danneggiamento seguito da incendio, detenzione di materiale esplodente e simulazione di reato.

Le indagini svolte dalla squadra mobile, su direttive del sostituto procuratore Grillo e con il coordinamento del procuratore aggiunto Fabio Scavone, hanno preso spunto dal danneggiamento mediante esplosione di un ordigno rudimentale commesso nella tarda sera del 3 aprile scorso ai danni dell’esercizio commerciale denominato “Cumanà Lounge Bar”, sito in viale Teracati.

Il Greco, dipendente ma ritenuto “proprietario di fatto dell’esercizio commerciale”, rimasto ferito a seguito dell’esplosione, aveva dichiarato agli inquirenti di aver visto, poco prima dello scoppio, due giovani travisati entrare nel bar per poi allontanarsi rapidamente.

La visione delle immagini registrate da alcuni sistemi di videosorveglianza, nonché le attività tecniche avviate a seguito dell’episodio, avrebbero invece fatto emergere una diversa ricostruzione dei fatti, in base alla quale sarebbe stato proprio il Greco, con la complicità della compagna B.V., a piazzare l’esplosivo all’interno dell’esercizio commerciale e a farlo deflagrare.

Secondo gli investigatori, il gesto sarebbe stato finalizzato ad ottenere una somma di denaro a titolo di risarcimento del danno dalla compagnia assicurativa presso cui il locale era assicurato. Inoltre, per le presunte false dichiarazioni rese agli inquirenti, ai due viene contestata la simulazione del reato di tentata estorsione, inducendo in errore l’amministratore di diritto della società proprietaria del bar, così da determinarlo a sporgere denuncia presso la locale squadra mobile.

(Nella foto di repertorio: il locale subito dopo l’esplosione del 3 aprile)


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