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Siracusa, parte campagna web contro l’arruolamento forzato in Siria

SIRACUSA – Parte in data odierna, lunedì 10 ottobre, la campagna di sensibilizzazione contro l’arruolamento forzato e i bambini soldato portata avanti dal Collettivo Antigone, un gruppo nato dalla necessità di dare voce a storie di vite umane e problematiche fortemente attuali.

All’interno del gruppo tre ragazze augustane, Maria Grazia Patania, Claudia La Ferla ed Alessandra Lucca, le quali, prima di tutto, ci raccontano cosa sia il Collettivo Antigone: “Amore, dedizione, passione, questo è il Collettivo Antigone. È un blog che raccoglie storie, un contenitore di sogni e speranze. È il bisogno di non passare oltre, ma di esserci”.

Interessante la definizione che dà di sé il gruppo di blogger: “Collettivo Antigone è la penna di uomini e donne che hanno un unico fine: difendere il diritto alla vita. Parlare di un diritto così elementare in un tempo che chiamiamo “nuovo millennio”, in cui si scoprono nuovi pianeti e si pianificano vacanze spaziali in giro tra le stelle, appare quanto meno surreale. La triste verità è che il diritto alla vita non è per tutti, come se la pura casualità che ci ha permesso di nascere “nella parte giusta del mondo” arrecasse il diritto di smontare le orecchie dalla nostra testa, strappare gli occhi dal nostro viso e inchiodare le nostre labbra per non recarci il disturbo di pensare agli altri… D’altronde “il lato giusto del mondo” è un luogo molto comodo. C’è molta veridicità della teoria analizzata da Lorenz conosciuta come Butterfly effect: “Può, il batter d’ali di una farfalla in Brasile, provocare un tornado in Texas?” Sì, possiamo attraverso la nostra non-indifferenza, cambiare le sorti di una realtà diventata “massacro di anime””.

In questo caso il blog Collettivo Antigone ha deciso di abbracciare una campagna di sensibilizzazione contro l’arruolamento forzato lanciando, sul proprio sito web, una serie di appuntamenti con scritti e testimonianze in merito. L’idea di questa campagna, ci racconta nello specifico l’ideatrice del blog Maria Grazia Patania, è nata dall’incontro con Rami, un rifugiato siriano a Bonn, città in cui lei vive per motivi di lavoro. Rami, un pomeriggio presso la casa del rifugiato di Bonn, ha raccontato la sua storia caratterizzata dalla fuga dalla guerra e dalla tristezza per un paese ormai raso al suolo ma la sua principale preoccupazione era per il fratello, lui è rimasto in Siria e teme che possa essere costretto ad arruolarsi. Il fratello di Rami avrebbe voluto studiare, diventare un professionista, proprio come Rami giovane laureato che ha visto la sua università frantumarsi sotto le bombe.

La forza di storie come questa hanno spinto il Collettivo Antigone a creare una campagna di diffusione mediatica a mezzo stampa e web per cercare di dare quanta più luce possibile al problema. L’ideatrice della locandina, l’augustana Alessandra Lucca, già protagonista della campagna contro le spose bambine, specifica che quella del Collettivo Antigone è una campagna secca, asciutta ma carica di significato composta da una locandina, da lei ideata, accompagnata da un manifesto esplicativo. Per una settimana, sul blog del Collettivo Antigone verranno pubblicate storie di ragazzi che hanno vissuto in prima persona il dramma dell’arruolamento forzato, approfondimenti, una recensione di un docu-film sul tema, storie di migranti arrivati in Europa per scappare alla guerra.

Parallelamente, la locandina accompagnata dal manifesto è stata inviata alle testate giornalistiche, alla Presidenza del Consiglio e diffusa online perché, sottolineano ancora una volta le ragazze, “la diffusione è il primo passo per una risoluzione, siamo convinte che queste persone non vadano abbandonate e raccontare le loro storie può aiutare una maggiore sensibilizzazione da parte di tutti ad intraprendere una strada che possa non lasciarli soli”.

La campagna rimarrà aperta a quanti vorranno abbracciarla e condividerla sui propri canali social o attraverso le proprie associazioni e soprattutto aperta a eventi, conferenze e incontri con le scuole che le ragazze si propongono di realizzare a partire dal mese di dicembre. La prima tappa sarà proprio Augusta, luogo in cui è nata l’idea del Blog Collettivo Antigone, quando Maria Grazia Patania decise di mettere nero su bianco la sua esperienza al centro d’accoglienza delle cosiddette “scuole verdi”, per di far sì che tutte le storie che le venivano raccontate da coloro che arrivano qui alla ricerca di futuro migliore non venissero perse.

Pubblichiamo qui di seguito il manifesto esplicativo della campagna, dal titolo “Un manifesto contro l’arruolamento obbligatorio – Uomo libero vs Soldato“.

locandina-campagna-contro-arruolamento-forzato-collettivo-antigone“Sono molto preoccupato per mio fratello. A breve finirà l’università e dovrà arruolarsi. Non riuscirà nemmeno a scappare dalla Siria perché la situazione è molto peggiorata da quando sono andato via io. Non so che fare. Ho paura”, Aram.

“Perché sei andato via da Aleppo?”. “Perché avevo finito gli studi universitari e avrei dovuto arruolarmi. E lo sai… C’è la guerra… Nessuno sa quanto dura e se arrivi a vedere la fine”, Rafee.

Queste sono due testimonianze di ragazzi che fuggono dalla Siria, dove imbracciare le armi è un obbligo che spesso conduce alla morte. Alla luce delle loro storie, delle loro confidenze e delle loro paure abbiamo deciso come Collettivo Antigone di lanciare una campagna contro l’arruolamento obbligatorio. Racconteremo storie, faremo sentire le loro voci e le voci di chi è ancora bloccato in un limbo di paura. Tramite le parole ci auguriamo di costruire un ponte che superi la distanza fra “noi” comodamente seduti nelle nostre case e “loro” in fuga da un destino che non hanno scelto.

Quello che speriamo di ottenere è una maggiore consapevolezza su questo aspetto, una riflessione su una delle motivazioni che mettono in fuga molti giovani dalla Siria, ma non solo. E poi il sogno è quello di riuscire ad aiutare il fratello di Aram ad abbandonare la Siria evitando così di dover imbracciare le armi. Il fratello di Aram, infatti, vorrebbe continuare gli studi e attualmente sta tentando di ottenere un visto in Germania.

Per quanto riguarda noi, le uniche armi in cui crediamo sono le penne, le matite, i libri per condurre nelle scuole e nelle università una guerra contro l’ignoranza e il pregiudizio.

“Perché mi hanno fatto studiare se poi mi mandano a morire come carne da macello?”.


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