Siracusa, proroga di 6 mesi per l’Ias, Vinciullo: “Diventi interamente pubblica, non condizionata da servi sciocchi”
SIRACUSA – Arriva un’ulteriore proroga di sei mesi per la società Ias, che gestisce il depuratore consortile di Priolo Gargallo. “Così, come avevo più volte detto, i tempi e i percorsi individuati non consentivano, data la loro lunghezza, di poter concludere l’iter amministrativo entro il 30 settembre”. Questo il commento immediato di Vincenzo Vinciullo, presidente della commissione Bilancio e Programmazione all’Ars.
Espone in una nota le proprie contestazioni: “Ritengo che il percorso intrapreso dal Cda dell’Ias di procedere attraverso una richiesta di parere all’Anac ad una gara ristretta per l’assegnazione della gestione del depuratore che, ricordo, è di esclusiva proprietà della Regione, è illegittimo, impercorribile e inaccettabile, perché: la proposta è formulata da un Cda illegittimamente composto, oltre che scaduto, e questo lo dico perché ho le competenze istituzionali per vigilare sull’applicazione della legge e sul bilancio delle società partecipate a vario titolo dalla Regione, e per cui, perdurando questa situazione, sarò costretto a sottoporre gli atti prodotti dal Cda al vaglio della Corte dei conti regionale; perché i beni di proprietà della Regione non possono essere assegnati con procedura di gara ristretta, ma vanno messi tutti sul mercato ed assegnati al migliore offerente, salvaguardando la funzione dell’IAS e i posti di lavoro”.
Vinciullo prosegue: “È notorio che, avendo la società, così come è composta nel suo assetto societario, contrasti di natura legale sia con l’ex Asi quanto con l’Irsap, non può gestire beni appartenenti alla Regione attraverso le sue controllate. L’Ias deve diventare una società interamente pubblica, perché svolge una funzione di controllo e verifica sull’attività dei privati e non può continuare ad essere condizionata da privati e “servi sciocchi” che, finora, non hanno tutelato gli interessi del pubblico. Inoltre – prosegue Vinciullo -, è notorio che la società, pur essendo per azioni, inspiegabilmente, non dovrebbe produrre profitti, tant’è vero che ha contenziosi sia con l’ex Asi quanto con l’Irsap per non aver pagato quote arretrate degli anni precedenti, mentre non ha attivato identico contenzioso con soggetti privati che hanno versato le loro acque limacciose nel depuratore senza pagare il canone”.
Indica la strada che, a suo dire, dovrebbe essere percorsa: “In attesa che l’Anac si pronunci, ma trovo, ripeto, irrituale questa procedura che ha comportato sicuramente ulteriori spese per gli avvocati incaricati, che hanno predisposto dei pareri, si proceda o acquisendo l’Irsap tutte le azioni non in suo possesso, comprese quelle dei Comuni, in modo che la società diventi interamente pubblica e possa, nel rispetto della legge, gestire l’impianto di depurazione. Nello stesso tempo, senza ulteriore remore, fornire agli uffici dell’Irsap devono fornire tutti i documenti richiesti, in modo tale da consentire all’Irsap stessa di procedere, predisponendo la gara di affidamento qualora privati e Comuni non intendessero cedere le proprie quote societarie per trasformare la società a totale capitale regionale. So che l’Irsap ha fatto una richiesta di documenti, so pure che, così come avvenuto con la Commissione Bilancio, gli uffici dell’IAS starebbero perdendo tempo nell’inviare detti documenti, in modo che si proceda nei modi e nelle forme di legge”.
Vinciullo conclude: “Una cosa è certa: questo “babbiu” sull’Ias deve finire, è durato troppo tempo! Nessuno pensi che, a causa della campagna elettorale, la politica non stia seguendo quello che succede all’interno delle segrete stanze dell’Ias. La politica deve vigilare nell’interesse del pubblico e non operare nell’interesse dei privati. Comunque finiscano le elezioni, a prescindere dal risultato elettorale, sappiano tutti che ormai c’è una lente di ingrandimento adeguata e puntata su ciò che accade all’interno dell’Ias e non consentirò a nessuno di privatizzarla seguendo scorciatoie non previste dalla legge e che offendono la morale o, peggio ancora, di inficiare il ruolo che continua a svolgere, avendo come primario obiettivo la salvaguardia della natura e dei posti di lavoro attualmente in essere”.