Siracusa, si sono svolti gli stati generali della Filca siciliana
SIRACUSA – «Non soltanto un problema del lavoro ma, ormai, un serio problema sociale per il sud e per la Sicilia in particolare. Una sottovalutazione che non possiamo più permetterci.» È crudo il commento del segretario nazionale confederale della Cisl, Maurizio Bernava, oggi a Siracusa per chiudere i lavori degli Stati generali della Filca siciliana.
«Non c’è scuola che non ha bisogna di sicurezza, – ha detto agli oltre duecento delegati arrivati da tutta la Sicilia – città che non va riqualificata, infrastrutture da costruire. Qui bisogna avere la capacità di investire contro la povertà per fare accrescere il Prodotto interno lordo.» Un appuntamento, quello siracusano, che mette a fuoco le criticità di un settore, quello edile, che resta strategico nell’economia di scala.
«Crescono i disoccupati nel comparto delle costruzioni e questo accade nell’indifferenza della classe politica e dell’istituzione regionale. Politica che ha saputo e continua a tutelare solo i bacini elettorali e annientare il settore delle costruzioni che rappresentava il 20% del Pil con oltre 18 mila occupati».
Un monito duro, quello di Santino Barbera, segretario generale della Filca Cisl Sicilia, che arriva in apertura degli Stati Generali del sindacato, riuniti all’interno di Palazzo San Zosimo. Un luogo simbolo del recupero e della stessa attività di decine di lavoratori edili.
«Un barlume di speranza per il settore delle costruzioni – ha sottolineato ancora Barbera – era arrivato con l’arrivo della primavera scorsa, con la firma tra il Governo Nazionale e l’area metropolitana di Catania del patto per Catania, speranza aumentata, ma di poco, con la firma del patto per Palermo, seguiti dal Patto per la Sicilia e in ultimo quello per Messina, a parole oltre 4 miliardi di nuovi investimenti, ma entrando nel dettaglio delle opere, non vi è nessun progetto nuovo, nei Patti vi sono tutte opere vecchie e non mandati in gara negli ultimi 10 anni e finanziati con risorse che il governo nazionale aveva concesso solo sulla carta alla regione Sicilia, che con un altro tecnicismo chiamato rimodulazione dei finanziamenti, ci ridà oggi quello che ci ha negato fino a ieri.»
Il segretario della Filca siciliana, davanti ai delegati arrivati nel cuore del sud est da ogni parte della regione, non manca di ricordare i ritardi e i problemi ancora esistenti per il completamento della Siracusa-Gela e per l’avvio del lavori per l’ammodernamento della Catania-Ragusa.
Barbera non risparmia gli accenni al recente referendum per la riforma costituzionale – “trasformato – ha detto – in una guerra tra Guelfi e Ghibellini che ha spaccato il paese tra nord e sud, tra ricchi e poveri” -, da analizzare attentamente.
«Un voto referendario – ha aggiunto – che può essere interpretato come un voto di protesta. Un No sonoro arrivato dal sud d’Italia dove la disoccupazione e la povertà sono ormai arrivati a livelli intollerabili per una nazione che si vanta di essere tra le prime dieci potenze economiche mondiali.»
E sul potenziale economico del settore ha puntato, con decisione, Salvatore Scelfo, segretario nazionale della Filca Cisl.«Il motore dell’edilizia può essere proprio il Sud del paese – ha detto – E questo può rappresentare una seria opportunità per rilanciare il settore e, con esso, anche l’economia generale italiana.
Il grido d’allarme degli edili siciliani deve essere raccolto perché da qui, ripeto, passano gran parte delle potenzialità di ripresa.»
Il segretario generale della Cisl Sicilia, Mimmo Milazzo, guarda alla programmazione europea e all’impegno della politica.«Il governatore Crocetta velocizzi la spesa della programmazione europea 2014-2020 – sottolinea nel suo intervento – Usciamo fuori dalla crisi solo con investimenti mirati ai settori produttivi. Serve un rilancio delle attività private e un massiccio investimento in infrastrutture materiali ed immateriali.
Troppe le problematiche irrisolte dalla politica. È il momento di dare risposte a tutti quei lavoratori che stanno emigrando in massa.»
Un intervento straordinario, anche di governance, lo chiede in chiusura Maurizio Bernava. «Interventi anche sul piano sociale – sottolinea, soffermandosi sugli aspetti solidali – Qui, alla mancanza di investimenti, corrisponde un impoverimento economico e professionale. Stiamo perdendo professionalità acquisite con grande esperienza. Servono fondi di solidarietà nazionale. Serve una governance straordinaria; penso a quelle agenzie capaci di fare programmazione e progettazione anche per il territorio. In questi anni, infatti, oltre a non saper spendere i fondi europei, c’è stato un depotenziamento gli enti territoriali. Questo, in molti casi, nonostante la disponibilità economica, ha reso impossibile progettare. Un problema che ha alimentato la corruzione. Oltre ad una immoralità diffusa, anche il ruolo degli stessi privati che, proprio per quella mancanza di risorse umane all’interno degli enti territoriali, si sono sostituiti alla pubblica amministrazione nella stessa programmazione e progettazione.Noi, nel nostro percorso congressuale appena avviato, mettiamo al centro il lavoro e la persona. Da qui bisogna ripartire.»