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Augusta, conferenza stampa del Procuratore Capo di Siracusa Giordano sugli sbarchi dei migranti

procuratore giordano

AUGUSTA – Sono stati 35869 e 33 cadaveri i migranti sbarcati nella nostra provincia con 203 scafisti fermati. Sono questi i numeri che sono stati dati durante la conferenza stampa, tenutasi presso il circolo ufficiali della Marina Militare ad Augusta, del Procuratore Capo di Siracusa Paolo Maria Giordano alla presenza delle massime autorità civili e militari della nostra provincia.

L’Ammiraglio Roberto Camerini nel suo intervento iniziale ha specificato che la città di Augusta “è quella che ha visto – ha dichiarato Camerini – arrivare più di un terzo dei migranti che sono arrivate nelle regioni italiane. Augusta non solo ha avuto tanti migranti nel porto ma gestisce i migranti, i minori non accompagnati. Ritengo che questa scelta del Procuratore sia una scelta assolutamente giusta. Augusta è sempre un po’ emarginata, sembra sempre che siano le altre città, invece, Augusta è quella che ha avuto migranti in più. Mare Nostrum è partita dopo la tragedia del 3 ottobre 2013, e parte perché il governo decide di fare qualcosa. La mare Nostrum parte il 18 ottobre 2013 e ha due compiti: compito classico quello che mediaticamente viene dato risalto – aggiunge Camerini -, che è il compito di salvare le vite umane. Questo compito è chiaro, è quello che colpisce di più anche la fantasia della gente se si tratta di vita o di morte. Mare Nostrum ha un’altra missione d’istituto quello di contrastare è quello di consegnare alla giustizia quelli che sono i trafficanti di esseri umani. Questo aspetto è molto più oscuro, meno mediaticamente esposto. Ci sono state delle navi madri sequestrate da parte del dispositivo Mare Nostrum”. L’ammiraglio Camerini ha poi toccato il tema dei centri d’accoglienza e il lavoro che c’è dietro, ha poi sottolineato che tutti i migranti vengono controllati dai medici delle navi della Marina Militare Italiana.

Il procuratore della Repubblica di Siracusa Paolo Giordano nella sua relazione ha messo in evidenza il lavoro sinergico del coordinamento del gruppo interforze di contrasto all’immigrazione clandestina al comando del sostituto commissario della Polizia di Stato dott. Carlo Parini, sia in mare che sul territorio di questa giurisdizione, realizzatasi attraverso lo scambio di informazioni e dello sviluppo dell’attività investigativa, finalizzate al tempestivo contrasto al principale tipico fenomeno degli sbarchi dei clandestini, per fronteggiare il realizzarsi del reato del reato di favoreggiamento all’immigrazione clandestina realizzato fra tutte le forze di polizia in stretta collaborazione con il personale della Marina Militare, che ha permesso di raggiungere lusinghieri traguardi.

“Si è incominciato – dichiara il procuratore Giordano – a investigare sulle navi e si è proseguiti a terra garantendo tutte le norme di codice di procedura penale. Non abbiamo avuto evidenze probatorie (per quanto riguarda infiltrazione terroristiche) però sappiamo che c’è questo rischio e ci stiamo attrezzando a livello di coordinamento del distretto”. Per quanto riguarda gli arrestati il numero uno della procura di Siracusa ci ha detto: “Abbiamo fatto una graduatoria di gravità e di responsabilità. Nei casi meno gravi il migrante responsabile del reato di favoreggiamento della immigrazione viene espulso dopo il patteggiamento. I casi più gravi viene mantenuta la restrizione della libertà attraverso tutta una trafila che prevede l’incidente probatorio e poi non abbiamo ancora avuto in nessun caso una assoluzione. Praticamente abbiamo dovuto fronteggiare questa emergenza continua diciamo senza trascurare i nostri doveri d’ufficio ma con le poche risorse disponibili abbiamo dovuto accantonare provvisoriamente altre questioni meno urgenti e meno pressanti. Noi abbiamo avuto una continua sinergia, sia a livello di procure con la direzione distrettuale antimafia, sia a livello di forze di polizia giudiziaria tant’è che si è svolta proprio a Siracusa una importante riunione di coordinamento tra tre procure quella di Siracusa, Ragusa e la procura distrettuale antimafia di Catania e quindi c’è stato veramente una grande sinergia e un grande coordinamento e abbiamo avuto posizioni univoche”.

Salvatore Pappalardo

 

 


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