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Carabinieri, arrestate 13 persone con l’accusa di truffa, falso e riciclaggio.Coinvolti ispettori dell’Agea di Roma e un notaio della zona

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Augusta –  I Carabinieri della Compagnia di Augusta, a conclusione di una indagine avviata oltre un anno fa, hanno dato esecuzione a tredici ordinanze emesse dal G.I.P. presso il Tribunale di Siracusa su richiesta della Procura della Repubblica. Le importanti risultanze investigative sono state possibili anche attraverso l’attività del Nucleo Antifrodi Carabinieri di Roma.

Le 13 ordinanze sono state emesse nei confronti di altrettanti soggetti facenti parte di un’ associazione a delinquere finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche in agricoltura e nella zootecnica nei Comuni di Augusta, Carlentini e Melilli, mediante l’illecita acquisizione di terreni privati e le false attestazioni sul loro reale utilizzo.

L’indagine, infatti, ha consentito di accertare che il gruppo criminale, avvalendosi di atti pubblici falsi, rogati dal notaio G.C., tra il 2011 ed il 2014, e perpetrando in qualche caso anche intimidazioni e danneggiamenti, aveva acquisito la disponibilità di oltre 2.000 ettari di terreno in effetti appartenenti ad ignari proprietari e, con la complicità di ispettori dell’AGEA1, aveva conseguito erogazioni pubbliche per oltre 200mila euro. In particolare, le indagini hanno permesso di mettere in luce un sistema criminale complesso articolato in più fasi:

  • selezione dei terreni e interferenze rispetto al godimento degli stessi da parte dei legittimi proprietari. La scelta dei terreni veniva eseguita in modo quasi chirurgico, preferendo le terre in proprietà di persone molto anziane o in condizioni di debolezza socio economica, prive delle risorse e delle capacità per resistere alle condotte usurpative. Venivano quindi poste in essere condotte di disturbo di progressiva gravità, dall’invasione di mandrie, all’incendio, dall’avvelenamento dei frutti alle minacce verbali, per allontanare i proprietari dai loro terreni.

  • appropriazione dei terreni: “appropriazione di fatto” e “appropriazione giuridica”. In una seconda fase, dopo aver costretto i proprietari all’allontanamento, gli indagati procedevano alla vera e propria appropriazione: sia fisica, mediante recinzione del terreno con filo spinato o utilizzazione dello stesso per i pascoli, sia sfruttando lo stato di abbandono dei terreni. Inoltre, l’illecita associazione procedeva ad un’appropriazione cartolare, con la creazione apparente di titoli giuridici formalmente ineccepibili. Le risultanze degli atti notarili di compravendita, contenenti false dichiarazioni rese da privati, sono smentite da visure storiche per immobile che non menzionano alcun passaggio di proprietà tra i reali proprietari e quelli sedicenti che risultano privi del titolo, in modo da consentire la stipula della compravendita con gli acquirenti finali.

  • utilizzo dei terreni illecitamente acquisiti a fini di illecito arricchimento. Una volta ottenuta la titolarità giuridica sui terreni, era possibile richiedere i contributi previsti a tutela dell’agricoltura e della zootecnica, contributi che com’è noto vengono concessi non in ragione dell’effettivo utilizzo a tali fini, ma solo in base alla mera dichiarazione di disponibilità del terreno. Tali contributi sono erogati dall’AGEA, l’ente preposto a tale settore.

  • consolidamento dell’appropriazione mediante elusione dei controlli relativi alla reale titolarità dei terreni. L’ultima fase del piano criminoso oggetto di indagine prevedeva il consolidamento del possesso acquisito mediante l’elusione sistematica dei possibili controlli. Consapevoli che il complesso piano architettato avrebbe potuto essere in toto compromesso dalla corretta attivazione del sistema di controlli incrociati previsto dalla normativa relativa ai finanziamenti pubblici a favore dell’agricoltura, gli indagati impedivano la corretta attuazione delle verifiche previste. A tal fine, hanno intessuto una fitta rete di contatti con i soggetti preposti ai controlli, alcuni dei quali appartenenti al Corpo della Guardia di Finanza, in servizio in un Reparto del messinese ed altri dipendenti dell’AGEA. Con condotte corruttive ottenevano il mancato rilevamento di palesi anomalie ed irregolarità.

I reati contestati sono associazione per delinquere, tentata estorsione aggravata, truffa, truffa aggravata per il conseguimento di erogazione pubbliche, corruzione e falsità ideologica commessa dal Pubblico Ufficiale in atti pubblici.

In particolare sono state emesse:

  • 1 ordine di custodia cautelare in carcere nei confronti di C.A. (cl. 69) pregiudicato dell’area del comune di Lentini (SR);

  • 10 ordinanze di custodia agli arresti domiciliari, tra i cui destinatari risultano 2 dipendenti e 2 collaboratori della AGEA;

  • 1 misura dell’obbligo di presentazione alla PG

  • 1 ordinanza di divieto temporaneo di esercitare la professione notarile per 10 mesi nei confronti del notaio G. C, deputato regionale dell’attuale XVI legislatura della Regione Sicilia.

Nel corso dell’operazione i Carabinieri hanno, altresì, sottoposto, in esecuzione di provvedimento del Gip su richiesta della Procura della Repubblica, a sequestro preventivo la somma di 175.000 euro circa, quali erogazioni pubbliche dell’anno 2014, e 555 terreni agricoli tra agrumeti, uliveti, aree seminative e terreni utilizzati a pascolo, per un valore complessivo di oltre 3 milioni e mezzo di euro.

Il C.A., espletate le formalità di rito, verrà associato presso la Casa Circondariale “Cavadonna” di Siracusa mentre i dieci soggetti indagati sono stati sottoposti agli arresti domiciliari presso le rispettive abitazioni.

Si conferma dall’indagine che il settore dei finanziamenti in agricoltura è fortemente infiltrato da appartenenti a frange della criminalità organizzata.


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