Decreto sicurezza, il sindaco di Avola Cannata si schiera a favore: “Norme e principi condivisibili”


AVOLA – Il primo cittadino di Palermo, Leoluca Orlando, si è schierato contro alcuni aspetti della legge di conversione del Decreto sicurezza, fortemente voluto dal ministro Matteo Salvini, facendo da capofila della protesta di sindaci di centrosinistra, quali quelli di Firenze, Napoli, Reggio Calabria. Adesso oltre trenta sindaci scendono in campo a difesa dell’applicazione del decreto e scrivono una lettera ai vertici dell’Anci per chiedere un confronto e di evitare che l’associazione che rappresenta tutti i primi cittadini venga “usata strumentalmente” per sostenere le posizioni politiche di una parte del Paese.
Tra i fautori di questa lettera, anche il vice presidente Anci Sicilia e sindaco di Avola, Luca Cannata. “Sono a favore del decreto – spiega – perché credo convintamente che contenga norme e principi condivisibili che vanno nella formulazione di una riforma necessaria, utile a porre ordine e regole in realtà già applicate in altre democrazie nei Paesi occidentali, come ad esempio gli Usa con la regolamentazione dei visti”.
“È chiaro – sottolinea il sindaco Cannata – che il decreto, come ogni testo normativo, può essere migliorato. E in questo caso, ad esempio, le risorse a favore delle amministrazioni comunali per far fronte alle continue esigenze locali con dei poteri da implementare in tema di ordine pubblico sono da verificare. Ma il tema, oggi, è cercare di affrontare l’accoglienza garantendo quella sicurezza minata in questi anni, flussi programmati e una gestione dell’immigrazione che eviti il disagio sociale nelle comunità. Accoglienza che deve essere capace di integrare e includere. E in tal senso la mia città, con il centro Sprar, ha dimostrato negli anni di saper fare bene integrazione e inclusione. È importante accogliere donne, bambini, tutti coloro che scappano dalla guerra e dai soprusi e vengono da noi per trovare libertà e diritti, ma questa equiparazione non può avvenire con i migranti economici o i colpevoli di reati. In tal caso l’accoglienza deve essere normata e deve tutelare le nostre comunità, il nostro territorio, le nostre tradizioni e le nostre radici. Noi dobbiamo garantire e tutelare innanzitutto i diritti dei nostri concittadini e allo stesso tempo non girarci dall’altra parte verso chi viene, cercando libertà e civiltà, ma con regole certe e rispettose della sicurezza di tutti”.
(Foto di repertorio)