Osservatorio Innovazione

L’avvento dei Robot: opportunità o minaccia?

Nel giugno 2018 è scattato il maxi sciopero di 50.000 lavoratori di 34 casinò di Las Vegas, il primo dal 1984. Il motivo? La richiesta di maggiori tutele contro il rischio automazione. Qualche mese prima era stato presentato il Tipsy Robot Bar, dove a servire i clienti ci sono bracci robotizzati che preparano e shakerano i cocktail (fino a 120 in un’ora) e li servono gentilmente al cliente. Sono già attivi robot autonomi per le pulizie e robot croupier per i tavoli da gioco.

Intanto a San Francisco, Flippy, il robot cuoco per cuocere hamburger gourmet controllandone temperatura e livello di cottura (fino a 2.000 al giorno), è stato licenziato: risulta troppo rapido per i cuochi umani che poi farciscono e confezionano i panini.

Amazon consegna in due giorni più di cento milioni di prodotti. In magazzini completamente automatizzati si muovono gli scaffali grazie a picker (raccoglitori) robot. Quando i prodotti arrivano in magazzino vengono sistemati dove c’è spazio disponibile e tutti i prodotti sono tracciati dal sistema. In questo modo è possibile recuperare più velocemente i prodotti dai picker robot e preparare i pacchi da spedire… e a breve ci saranno droni automatizzati per le consegne.

Il termine robot deriva dal ceco robota che significa lavoratore forzato. Oggi per robot si intende una macchina programmabile capace di svolgere una serie di compiti al fianco o in sostituzione dell’uomo. Nell’immaginario comune sono sostituti di operai nelle fabbriche o macchinari impegnati in mansioni fisiche. In realtà oggi abbiamo tante tipologie di robot per svolgere lavori non strettamente legati alla fisicità.

I roboadvisor supportano le decisioni di investimento dei risparmiatori; i chatbot rispondono dai contact center alle richieste dei clienti; nei sistemi amministrativi delle aziende si fa sempre più uso di robot che automatizzano i processi per l’archiviazione di contratti, la gestione della contabilità,… e ancora robot a supporto dei chirurghi, sistemi per la guida autonoma dei veicoli, macchine per l’agricoltura.

I robot commettono pochissimi errori, lavorano 24 ore al giorno, tutti i giorni. Indubbiamente qualsiasi azienda ne trae beneficio in termini di qualità, maggior produzione e minori costi. C’è chi pensa che ci saranno problemi di tenuta sociale dovuti all’imponente perdita di posti di lavoro sostituiti da braccia meccaniche o da macchine pensanti seriali.

Siamo alla quarta rivoluzione industriale: lavori oggi ritenuti indispensabili scompariranno e altri ne nasceranno. I robot vanno pensati, progettati e costruiti. Grazie all’intelligenza artificiale i robot imparano dall’esperienza (come l’uomo), ma vanno opportunamente addestrati per svolgere i diversi compiti e per interagire sempre di più con l’uomo. Non ci sarà più lavoro per l’uomo? Al contrario, c’è solo l’imbarazzo della scelta!

Nico Saraceno*

*Partner di Strategic Management Partner, specializzato nello sviluppo di progetti nell’area Marketing, Strategy, Digital e Innovazione dei modelli di business nei Financial Services


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