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Melilli, Borrometi “scalda” il partecipato incontro sulla legalità

MELILLI – Una ventata di “aria pulita”. Così, diversi cittadini hanno commentato, a conclusione dell’incontro sulla legalità di ieri pomeriggio nella basilica di San Sebastiano organizzato dalla psicologa Veronica Castro, di cui ospite e protagonista è stato il giornalista-scrittore modicano Paolo Borrometi, che ha presentato in città il libro “Un morto ogni tanto”, edito da Solferino.

All’appuntamento folta partecipazione della cittadinanza melillese, ma anche di diversi residenti di altre zone della provincia. Vecchie e nuove generazioni hanno ascoltato in rigoroso silenzio, sedute sulle panche della basilica, il racconto del giornalista che facendo il suo dovere quotidiano, denunciando fatti e misfatti, facendo emergere connivenze tra organizzazioni criminali e politica, è entrato nel mirino della mafia e per questo sotto la protezione di una scorta. Presente in sala il presidente provinciale e consigliere nazionale dell’Ucsi, l’Unione cattolica stampa italiana, Salvatore Di Salvo, da sempre a sostegno del giovane collega.

L’incontro è stata introdotto e moderato dalla giornalista Mascia Quadarella, che ha tra l’altro ribadito la necessità di avere buoni esempi più che eroi, tornando ognuno a fare il proprio dovere, assieme alle istituzioni e alle forze dell’ordine, sostituendo alla rassegnazione, su cui fanno leva le mafie, l’azione.

È quindi toccato all’autore Paolo Borrometi entrare nel merito di ciò che definisce le “contaminazioni” tra mafia e politica, affrontando pure la questione dell’inquinamento industriale. Ha rivendicato infatti la necessità dei necessari controlli e adeguamenti, sollevando il tema delle patologie tumorali che possono correlarsi agli agenti nocivi che si introducono nel corpo respirando e mangiando. L’applauso scrosciante del pubblico è stato l’indice di gradimento del suo “accorato” intervento.

La parola, poi, è stata presa da Veronica Castro, promotrice dell’evento, che ha inteso lanciare in città un segnale forte, di voglia di trasparenza, di riscatto etico e sociale, nutrendo, attraverso la cultura, menti giovani capaci di non cedere ai ricatti dei mafiosi, che a suo dire vivono una vita da “schiavi di loro stessi e del loro sistema”, a cui tenterebbero di piegare gli altri con la prevaricazione.

A conclusione, il ringraziamento, con la consegna di targhe ricordo dell’evento a Borrometi, al capitano Vincenzo Alfano, comandante del nucleo investigativo del comando provinciale carabinieri, al comandante stazione carabinieri di Melilli, maresciallo maggiore Marco Giompapa nonché alla giornalista Quadarella, moderatrice dell’incontro. Agli studenti presenti, è stato affidato l’auspicio che la mafia venga “attraverso l’unione, isolata e neutralizzata”.


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