Melilli, incendio di “Villa Carrubba”, in carcere sortinese condannato per estorsione aggravata dal metodo mafioso


MELILLI – A distanza di oltre cinque anni dell’incendio che danneggiò gravemente la struttura turistico-ricettiva “Villa Carrubba”, sita in agro di Melilli, ieri pomeriggio, i carabinieri della stazione di Augusta hanno dato esecuzione al mandato di carcerazione per il cinquantenne sortinese Innocenzio Pandolfo che, tradotto al carcere di Brucoli-Augusta, dovrà scontare 6 anni e 8 mesi di reclusione per estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Era il febbraio 2013 quando i carabinieri del nucleo Radiomobile di Augusta avviavano una intensa e particolareggiata attività investigativa a seguito dell’incendio di evidente natura dolosa. Già nell’immediatezza dei fatti, grazie alla caparbietà degli investigatori che iniziarono ad acquisire importanti informazioni testimoniali, si raccolsero tutte le fonti di prova che portarono, il 1 marzo 2013, all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare a carico dei due fratelli Pandolfo, Cesare (classe 1964) ed Innocenzio, indagati per estorsione in concorso aggravata dal metodo mafioso.
Secondo gli investigatori, per le intimidazioni anche del Pandolfo Innocenzio, ritenuto vicino ad esponenti di spicco della criminalità, l’organizzatore degli eventi di “Villa Carrubba” sarebbe stato costretto già dall’estate precedente ad assumere come buttafuori il fratello Pandolfo Cesare, retribuendolo, indipendentemente dalla presenza o meno, al prezzo imposto di 100 euro a serata.
Poi, nel Carnevale di quell’anno, in occasione di una festa in maschera, al buttafuori sarebbe stato espressamente comunicato che l’organizzazione si sarebbe rivolta ad una ditta autorizzata e specifica del settore. Pochi giorni dopo è stata incendiata la struttura.
(foto di repertorio)