Nevicate eccezionali e ripresa dell’attività eruttiva sull’Etna, due fenomeni da seguire con attenzione


Le eccezionali nevicate dei giorni scorsi hanno prodotto un manto nevoso decisamente cospicuo ed esteso anche sull’Etna, un vulcano attivo che, come noto, supera i 3.300 metri di altezza. La neve si è ammassata sui fianchi del vulcano con spessori di vari metri, anche in zone molto acclivi o prossime al bordo di scarpate. Queste precipitazioni eccezionali, unite alle condizioni della neve, alla morfologia dei pendii ed all’innalzamento delle temperature, hanno già causato la formazione di valanghe di neve di varia entità, sia lungo le ripide pareti interne della Valle del Bove, sia al suo esterno. E vari settori del vulcano, ben evidenti spaccature nel manto nevoso ne evidenziano ancora l’instabilità latente.
Ma l’Etna è anche un vulcano attivo, e non perde occasione di ricordarcelo. Ormai da alcuni giorni, una bocca posta in cima all’apparato eruttivo del Cratere di Sud-Est sbuffa discontinuamente poca cenere e lapilli. Un fenomeno assolutamente trascurabile se paragonato alle vigorose eruzioni cui ci ha abituato il vulcano negli ultimi anni, ma si tratta pur sempre di magma che raggiunge la superficie, e non accadeva in questo modo dal maggio 2016.
Lava e neve non vanno molto d’accordo. La lava incandescente al contatto con la neve la scioglie, come è ovvio. Ma quando le masse in gioco sono consistenti ed il contatto avviene lungo un pendio, si possono generare “valanghe ardenti” di materiale che fluisce impetuosamente a valle. È già successo l’11 febbraio 2014, quando una relativamente tranquilla attività eruttiva localizzata alla base del Cratere di Sud-Est ha interagito con la coltre nevosa, determinando la formazione di una valanga di materiale detritico e lavico caldo frammisto ad acqua e neve, che in poche decine di secondi ha percorso l’intera parete occidentale della Valle del Bove.
La situazione attuale dell’Etna, quindi, è da seguire con attenzione. È in corso una pur debolissima attività stromboliana ma come non si vedeva da mesi, mentre i fianchi del vulcano sono tappezzati da tantissima neve anche nelle zone più ripide. E, come è parso evidente nelle ultime ore, questa neve tende ad assestarsi, a muoversi per gravità verso il basso, causando valanghe potenzialmente pericolose per gli escursionisti.
Massima attenzione, quindi, per chi intende avventurarsi in quota per fare escursioni fuoripista, come ben evidenziato sulle pagine facebook del Soccorso Alpino e Speleologico Sicilia.
Marco Neri*
*Primo Ricercatore, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia – Sezione di Catania, Osservatorio Etneo
(Foto in evidenza: Salvatore Lo Giudice)