Sciopero Cgil e Uil contro governo, a Siracusa sit-in davanti a prefettura
SIRACUSA – Stamani si è tenuto il sit-in organizzato da Cgil e Uil in piazza Archimede, davanti alla prefettura, a testimoniare l’adesione anche nel capoluogo aretuseo allo sciopero generale indetto dai due sindacati contro la manovra finanziaria del governo Meloni. Mentre i vertici provinciali hanno partecipato alla manifestazione di piazza del Popolo a Roma, una delegazione sindacale siracusana è poi salita in prefettura per presentare formalmente il documento di rivendicazione.
Con lo slogan “Adesso basta!“, stamani insieme alla manifestazione romana è partito lo sciopero, di 8 ore o intero turno di lavoro a livello nazionale per il pubblico impiego, la scuola, l’università e ricerca, la sanità e gli addetti di Poste. Dopo la precettazione, per il settore dei trasporti dai bus e metro ai treni (ad eccezione dei voli, che sono regolari), lo stop è stato di 4 ore dalle ore 9 alle 13, così come per i vigili del fuoco.
Ecco qui di seguito il documento sottoscritto dalle organizzazioni sindacali territoriali Siracusa Fp Cgil, Uil Fpl, Uil Pa, Filt Cgil, Uil Trasporti, Filcams Cgil, UilTucs, Flai Cgil.
“Scioperiamo per i diritti di lavoratori e cittadini. La manovra restringe il perimetro dello stato sociale ed ha l’obbiettivo di favorire il privato. Scioperiamo per difendere la Carta Costituzionale, i diritti fondamentali della persona e della comunità a partire da quello alla salute, al salario equo, alla dignità sociale, al diritto di sciopero.
La legge di bilancio è orientata a ridurre il perimetro e la qualità del servizio pubblico e conferma la svalorizzazione del lavoro, attraverso un disinvestimento economico. Con il nostro sciopero vogliamo cambiare la legge di bilancio.
Inoltre non vogliamo cambiare la Costituzione, ma vogliamo che sia applicata attraverso l’esigibilità del diritto di avere servizi pubblici di qualità sociale e qualità di cittadinanza con alla base la lotta ad ogni discriminazione.
Per alzare i salari, per estendere i diritti e per contrastare una legge di bilancio che non ferma il drammatico impoverimento delle lavoratrici e dei lavoratori e non offre futuro ai giovani. Chiediamo un’altra politica economica, sociale e contrattuale, che non solo è possibile ma necessaria e urgente.
Il servizio sanitario nazionale viene negato a causa di una riduzione complessiva della spesa sanitaria che è la più bassa d’Europa.
Aumentare stipendi rinnovando i contratti nazionali rafforzando il potere d’acquisto e detassando gli aumenti abbattendo i divari che colpiscono le donne.
Combattere l’evasione fiscale che si trova nei settori economici che presentano una propensione all’evasione fino al 70%. Chiediamo un fisco progressivo e non siamo d’accordo con la Flat tax. Occorre riportare all’interno della base imponibile Irpef tutti i redditi oggi esclusi e tassati separatamente con aliquote più basse; tassare gli extraprofitti e le grandi ricchezze.
Incoraggiare il lavoro stabile a tempo indeterminato, cancellando la precarietà ed introdurre una pensione contributiva di garanzia per i giovani; garantire il diritto allo studio attraverso investimenti per servizi, alloggi e borse di studio. Dare massima applicazione alla disciplina delle clausole sociali nel codice degli appalti e orientare alla stabilizzazione del personale precario nei servizi pubblici. Occorre una riforma delle pensioni, che superi la legge Monti-Fornero.
Difendere e rilanciare il servizio sanitario nazionale anche aumentando i livelli salariali; approvare un piano straordinario di assunzioni nella sanità e in tutti i settori pubblici e della conoscenza, finanziare le leggi su non autosufficienza e disabilità.
Aumentare le risorse per il trasporto pubblico locale. Investire su salute e sicurezza in tutti i servizi pubblici e privati.
Abbandonare la politica securitaria a partire dalla cancellazione della legge Bossi-Fini e di tutti i recenti provvedimenti in materia di immigrazione e definire nuove politiche di accoglienza e integrazione dei cittadini migranti.
Serve una nuova strategia e un nuovo intervento pubblico per affrontare le crisi vecchie e nuove, puntare sulla transizione ambientale ed energetica, riconvertire e innovare il nostro sistema produttivo governando i processi di digitalizzazione, difendere e incrementare la qualità e la quantità dell’occupazione a partire dal Mezzogiorno“.