Siracusa avrà una un marchio di denominazione comunale (Deco) per i prodotti locali e favorirà il commercio equo e solidale.
Lo prevedono due atti di indirizzo votati ieri sera dal consiglio comunale, che ha dedicato la parte finale della seduta alle Politiche sociali, in particolare ai fondi del Piano di azione e coesione per gli anziani e per l’infanzia.
Per il Deco, proposta dal gruppo del Megafono con primo firmatario Cosimo Burti, l’assise ha impegnato l’Amministrazione ha redigere un regolamento che preveda l’istituzione di un registro dei prodotti, i quali dovranno rispettare un preciso disciplinare. Il marchio affonda le sue radici nel 1998 e nasce da un’idea di Gino Veronelli, enogastronomo morto dieci anni fa, che riusci a farla accogliere dell’Associazione nazionale comuni d’Italia. Non è un marchio di qualità ma un’attestazione del luogo in cui nasce un certo prodotto.
“Molti comuni lo hanno adottato – ha spiegato Burti – utilizzandolo come strumento di salvaguardia delle proprie produzioni e di sviluppo endogeno del proprio territorio, oltre che per promuovere all’esterno la specificità culturali e storiche”. Gli obiettivi sono: rilanciare e valorizzazione le produzioni locali, non solo enogastronomiche ma anche artigianali come forma di cultura; promuovere il territorio e le specificità produttive; salvaguardare il patrimonio locale e le tradizioni dai processi di globalizzazione. Secondo Burti, il Deco avrà anche una ricaduta positiva sul turismo attraverso la creazione di itinerari nei siti in cui nascono i prodotti.
Sull’atto di indirizzo si sono espressi favorevolmente Cristina Garozzo, Enrico Lo Curzio, Tanino Firenze, Elio Di Lorenzo e Marina Zappulla; l’opposizione ha puntato su una proposta integrativa di Salvatore Castagnino con la quale si voleva impegnare l’Amministrazione a non costituire la commissione di valutazione dei prodotti con soggetti esterni all’Ente. Salvo Sorbello ha chiesto che sull’emendamento ci fosse un parere del dirigente competente, passaggio questo, però, che il segretario generale, Danila Costa, ha ritenuto non necessario.
Alla fine, l’integrazione di Castagnino è stata respinta con 17 astensioni, 10 no e 2 sì; l’atto di indirizzo di Burti è stato approvato a larga maggioranza.
L’atto di indirizzo sul commercio equo e solidale e sulla finanza etica, terzo punto dell’ordine del giorno, è stato trattato anticipatamente grazie a un prelievo. La relazione è stata fatta dal Alessandro Acquaviva, firmatario della proposta assieme a Carmen Castelluccio, il quale ha spiegato che il documento evidenzia una tematica universale qual è la contraddizione tra paesi del nord del mondo e del sud del pianeta. Oggi si vive una situazione di sfruttamento del primi sui secondi che non viene superata con i soli aiuti finanziari, ha detto. La proposta alternativa, fatta propria anche dall’Unione Europea, è di avviare rapporti commerciali che non siano basati sullo sfruttamento e solo sulle sole logiche di mercato.
L’idea è di aiutare il commercio equo e solidale attraverso convenzioni, agevolazioni, autorizzazioni, forme di finanziamento finalizzate all’attività promozionale, commerciale e culturale, in particolare favorendo la finanza etica e agevolando l’utilizzo di locali comunali dismessi o riconvertibili. Un’altra possibilità prospettata da Acquaviva e di fare entrare i prodotti del mercato equo e solidale nelle mense scolastiche assegnando una premialità a chi li utilizza.
Un contributo al dibattito è stato dato da Giuseppe Giaquinta, presidente della cooperativa sociale “Francisca Martin”, che gestisce un negozio equo e solidale, il quale ha agganciato la proposta in discussione al drammatico fenomeno dei migranti che stanno arrivando in Europa.
Per Carmen Castelluccio, l’atto di indirizzo serve ad avviare un rapporto tra questo mondo e l’Amministrazione. “Comprare prodotti del mercato equo e solidale – ha spiegato – significa finanziare concreti progetti di solidarietà che aiutano produttori del sud del mondo in difficoltà, che non sfruttano i minori e hanno un’idea vera di giustizia sociale”.
L’atto di indirizzo è stato votato senza che ci siano stati interventi contrari ed è passato all’unanimità.
La discussione sui fondi Pac era stata proposta da Carmen Castelluccio lo scorso 9 luglio, tenuto conto dei ritardi nell’accreditamento dei soldi da parte dello Stato che si registrava allora. Lo scopo era di verificare la correttezza dell’iter amministrativo, sul quale c’erano richieste di integrazione documentale avanzata dal ministero competente. La proposizione oggi dell’argomento, ha spiegato ieri Castelluccio, è dovuta al fatto che ci sarebbero ritardi nell’accreditamento della parte di finanziamento da destinare l’infanzia e per capirne le ragioni.
La critica più decisa è arrivata da Castagnino che, citando documenti del ministero consultati ieri, il distretto di Siracusa risulterebbe tra quelli ai cui non sono state accreditate le somme. “Ciò è avvenuto – ha aggiunto – perché la documentazione è stato prodotta in ritardo, determinando difficoltà alle famiglie con soggetti deboli”.
Immediata la replica dell’assessore alle Politiche sociali, Liddo Schiavo, che ha respinto l’accusa di Castagnino ricordando che i fondi Pac non sono destinati al solo al comune capoluogo ma all’intero distretto socio-sanitario . Non ci sono stati ritardi, ha detto. La documentazione è stata presentata nel dicembre del 2013, ma ha riconosciuto di essere stati affiancati nell’istruttoria da un ente indicato dal ministero che non si è rivelato all’altezza del compito, considerata anche la difficoltà della procedura. Nel complesso, ha affermato, si tratta di tempi normali.
La buona notizia è che le somme sono già a disposizione del distretto. Quelle per gli anziani sono stati assegnati il 2 agosto, quelli per l’infanzia il 10 settembre. Si tratta in tutto di una somma vicina ai 3 milioni di euro suddivisa quasi egualmente. A Siracusa spettano più di 700 mila euro per gli anziani e oltre 920 mila euro per l’infanzia, somme che consentiranno di avviare nuovi forme di assistenza in aggiunta a quelle esistenti.
Tra le altre cose, con questi fondi sarà realizzato un nuovo asilo nido.
Nel dibatto, Simona Princiotta ha evidenziato che la procedura dei Pac ha comportato il riconoscimento di 3.000 ore di straordinario al personale comunale interessato; Castelluccio si è detta soddisfatta e ha sottolineato la “modalità positiva e civile di interlocuzione tra Consiglio e Giunta”; Fortunato Minimo e Francesco Pappalardo hanno espresso un plauso all’assessore per la vicenda e per i risultati complessivi ottenuti nella gestione della rubrica.