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Priolo, sciopero unitario dei lavoratori dell’Isab Lukoil

SIRACUSA – I lavoratori di Isab unitamente al Sindacato di fabbrica, in riferimento al comunicato del 10 maggio scorso, hanno ritenuto “insoddisfacenti le risposte ricevute nei vari incontri che si sono susseguiti con la Direzione aziendale” e per questa mattina le sigle sindacali Filctem-Cgil, Femca Cisl e Uiltec hanno promosso uno sciopero dinanzi alla portineria centrale della raffineria di Priolo Gargallo.

“Il perpetrarsi di un’iniquità di applicazione della cassa integrazione – scrivono le tre sigle sindacali – che impatta e impatterà ancora di più nei mesi estivi sul salario dei lavoratori tutti e soprattutto giornalieri. Cassa integrazione che tra l’altro, a nostro modo di vedere non può sussistere con le mutate condizioni che vedono gli impianti quasi tutti in marcia, contrariamente alla condizione di impianti fermi in cui si trovava la raffineria i primi d’aprile. Il mancato rispetto delle regole dichiarate dalla Direzione aziendale, di quelle normate dal Ccnl e dalla contrattazione di secondo livello. Regole, stravolte sistematicamente senza un confronto sindacale, ogni qual volta si rendesse necessario per interessi aziendali, anche questo non tenendo minimamente conto dei disagi subiti dai tanti, e che inevitabilmente finiscono col determinare delle perdite di salario dei lavoratori”.

“Le subdole riorganizzazioni di posizioni in organigramma – aggiunge il sindacato unitario di categoria – fatte in modo silente e non concordate con le organizzazioni sindacali, che in nome della crisi, in varie aree dello stabilimento modificano ruoli, mansioni e orari di lavoro, minano seriamente gli standard di sicurezza dai quali una azienda a rischio di incidente rilevante come la nostra non può prescindere. Tutto questo, insieme a tanto altro, ha imposto necessariamente una presa di posizione da parte del sindacato unitario. Altresì alla luce di tutto quello che il mondo del lavoro sta vivendo, noi insieme ai lavoratori di Isab, non possiamo rischiare di essere “spettatori paganti” sulla nostra pelle, conseguenza la morte silente della nostra Azienda e di tutta un’area industriale in cui aziende come Isab pensano di poter parare i colpi della crisi solo abbattendo i costi fissi del personale. Riteniamo che non sia questa la strada giusta per traguardare il futuro del lavoro nella nostra area industriale e se sacrifici devono essere fatti, noi chiediamo che si facciano con un confronto serio e paritetico che non metta i lavoratori nella condizione di perdere diritti e dignità lavorativa”.

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