Covid, Sicilia da oggi in zona gialla. Per dieci comuni siracusani cambia poco


SIRACUSA – La Sicilia da oggi passa dalla zona bianca a quella gialla, così come dispone l’ordinanza del ministro della Salute del 27 agosto, per un periodo di quindici giorni, “salva nuova classificazione”. Mascherine obbligatorie anche all’aperto e un limite di quattro commensali al tavolo del ristorante sono le restrizioni più importanti legate alla nuova classificazione.
Non molte novità, dunque, per i 53 comuni siciliani, tra cui dieci siracusani (Augusta, Avola, Carlentini, Francofonte, Lentini, Noto, Pachino, Priolo Gargallo, Rosolini, Solarino), ricompresi nell’ordinanza del presidente della Regione del 22 agosto, che aveva introdotto dal 24 agosto (con efficacia fino al 6 settembre) una zona simil gialla di fatto senza dichiararla, imponendo tra l’altro l’obbligo di mascherina anche all’aperto “ove sono presenti – recita la norma regionale – più soggetti (quali ad esempio strade e piazze), ad eccezione dei bambini di età inferiore ai dodici anni, dei soggetti affetti da patologie che ne rendono incompatibile l’utilizzo e di coloro che, nel rispetto delle misure di prevenzione, effettuano attività sportiva all’aperto”.
La zona gialla “ministeriale”, efficace da oggi per quindici giorni, non prevede questa volta alcun limite agli spostamenti tra le regioni, anche senza il Green pass, né restrizioni orarie per quanto riguarda la circolazione, dunque nessun coprifuoco, che è stato eliminato lo scorso 21 giugno. Teatri, cinema, concerti, musei e terme sono accessibili, ma vigono le stesse regole della zona bianca, quindi sempre con l’utilizzo del Green pass. Anche i ristoranti restano aperti sia all’interno (con Green pass) che all’aperto (anche senza), ma in gialla il limite di commensali al tavolo è di quattro persone, con una deroga per i conviventi.
Come detto, le mascherine, che in zona bianca sono già obbligatorie nei locali al chiuso, in gialla devono tassativamente essere indossate anche all’aperto, con le seguenti eccezioni (sovrapponibili a quelle della zona bianca) precisate nelle Faq sul sito web del governo nazionale: “bambini sotto i 6 anni di età; persone che, per la loro invalidità o patologia, non possono indossare la mascherina; operatori o persone che, per assistere una persona esente dall’obbligo, non possono a loro volta indossare la mascherina (per esempio: chi debba interloquire nella Lis con persona non udente). Inoltre, non è obbligatorio indossare la mascherina, sia all’aperto che al chiuso: mentre si effettua l’attività sportiva; mentre si mangia o si beve, nei luoghi e negli orari in cui è consentito; quando, per le caratteristiche dei luoghi o per le circostanze di fatto, sia garantito in modo continuativo l’isolamento da persone non conviventi”.
La Sicilia è fanalino di coda rispetto al numero di persone che si sono sottoposte al vaccino, nonostante le tante iniziative prese a livello locale per incentivare la popolazione a immunizzarsi. In particolare, nella scorsa settimana presa in considerazione dalla Cabina di regia, ha superato i limiti dei tre parametri stabiliti dal governo centrale per il cambio di colore, con le terapie intensive occupate al 12% e i reparti ordinari al 19%, quando i limiti sono rispettivamente del 10% e del 15%. La regione è inoltre quella con la più alta incidenza settimanale di casi positivi ogni 100 mila abitanti, oltre 200, con la soglia in questo caso è di 50.
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