Osservatorio Etna

Etna, eruzione sommitale in corso. Ricaduta di cenere a Piano Provenzana

C’è voluto oltre un anno affinché il Nuovo Cratere di Sud-Est dell’Etna si decidesse ad eruttare nuovamente. 483 giorni di attesa, per alcuni appassionati spasmodica, in cui questo cratere ha elargito soltanto discontinui sbuffi di cenere o poco più. Ed infine, quando gli altri crateri sommitali del vulcano si sono risvegliati decisamente con attività stromboliane consistenti che sembravano dovere evolvere in qualcosa di più, nella tarda serata di ieri, 23 agosto, il Nuovo Cratere di Sud-Est si è ripreso la scena. Lo ha fatto a modo suo, con vigorose esplosioni di lava incandescente e cenere (vedi foto in evidenza) che erutta dalla “bocca della sella”, una delle tante bocche che caratterizzano questo imponente, giovanissimo apparato vulcanico sommitale, posta nella piccola depressione morfologica una volta esistente tra il “vecchio” ed il “nuovo” Cratere di Sud-Est. In queste ore (tarda mattinata del 24 agosto), la cenere vulcanica spinta dal vento in direzione nord-est sta ricadendo nella zona di Piano Provenzana, ed anche le autorità aeronautiche sono allertate sul fenomeno in corso.

Oltre alla vigorosa attività stromboliana, sono emerse anche tre piccole e poco alimentate colate di lava: una emergente dal “puttusiddu”, la bocca più orientale del Nuovo Cratere di Sud-Est, che si propaga verso est in direzione della Valle del Bove; la seconda fuoriesce dalla bocca della sella e si dirige verso nord. Un terzo trabocco lavico dalla stessa bocca della sella ha iniziato a propagarsi verso sud dalle ore 9.30 circa di oggi, 24 agosto, appena visibile nell’immagine termica di una delle telecamere di sorveglianza dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (a sinistra nella foto in evidenza).

Questa attività eruttiva rappresenta il culmine, per adesso, di una serie di eventi iniziati alcune settimane addietro. Prima è stata la Bocca Nuova, all’interno del Cratere Centrale dell’Etna, a mostrare attività stromboliana dal suo fondo craterico. Poi è intervenuto il Cratere di Nord-Est, l’attuale lembo di terra più elevato del vulcano e dell’intera Sicilia (circa 3324 m sul mare, misurato nel 2015 ed oggi forse un paio di metri più alto), a produrre esplosioni stromboliane discontinue ma violente, tanto da produrre la ricaduta di bombe vulcaniche anche sui suoi orli. Quindi hanno detto la loro anche le faglie che segmentano il substrato sedimentario del vulcano, l’ultima volta attraverso lo sciame sismico (vedi articolo) che ha interessato la zona ad ovest di Bronte e Maletto.

Fenomeni che alimentano l’interesse per il vulcano etneo, da sempre meta ricercatissima da turisti, appassionati e scienziati provenienti da ogni parte del mondo, proprio per la sua peculiarità di eruttare frequentemente ed in modo diversificato e spettacolare. L’importante, però, è accostarsi al vulcano consapevolmente e con umiltà, soprattutto nelle aree sommitali, in questo periodo caratterizzato da continui cambiamenti di attività. E se non si dispone di approfondite conoscenze del territorio, meglio affidarsi ad una guida autorizzata ed esperta.

Marco Neri*

*Primo Ricercatore, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia – Sezione di Catania, Osservatorio Etneo

(Nell’immagine di copertina: attività eruttiva dell’Etna ripresa alle ore 9.45 (ora locale) del 24 agosto 2018 dalle telecamere di sorveglianza dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Osservatorio Etneo (http://www.ct.ingv.it/it/webcam-etna.html). A sinistra, immagine termica della stazione video EMOT; a destra, immagine visibile della stazione video EMOV. Queste telecamere sono installate nel sito La Montagnola, fianco sud del vulcano, a circa 2600 m di altitudine sul mare).


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