“Fase 3” dopo Covid. Quale normalità tra crisi, riconversioni e nuove sfide?
La pandemia da Covid-19 ha paralizzato la maggior parte del mondo. Il lockdown ha funzionato e il picco dell’epidemia sembra essere passato in quasi tutti i Paesi dell’Europa, lasciando al 9 maggio un numero di contagiati nel mondo molto vicino a 4 milioni e oltre 275 mila morti.
La pandemia e il conseguente lockdown ha accelerato fortemente l’adozione di nuove tecnologie e di nuovi comportamenti. Se qualcuno pensa che torneremo a un mondo come se il virus non fosse mai arrivato, probabilmente sottostima quanto di dirompente è successo in pochi mesi nell’alterare anche i più semplici gesti della quotidianità. L’utilizzo del digitale è stato imposto in tutti i campi possibili e il Covid-19 (secondo KPMG) consentirà di ottenere un salto nella digitalizzazione dei rapporti e delle attività personali e professionali che alternativamente avrebbe richiesto 5-7 anni, anticipando di fatto i tempi. Nella scuola la didattica a distanza ha coinvolto circa 8,4 milioni di studenti e oltre 5 milioni di famiglie e lo smart working ha più che raddoppiato il numero di lavoratori da casa (erano 570.000 prima dell’emergenza Covid-19, se ne erano aggiunti 554.754 secondo il Ministero del Lavoro al 13 marzo con un trend in crescita costante).
Sono cambiate le più consolidate abitudini giornaliere, è esplosa la consegna a domicilio (anche locale) per qualsiasi prodotto ed è cambiato il settore dell’intrattenimento con la chiusura di pub, bar, discoteche, cinema, teatri e il contemporaneo incremento del settore dei videogiochi e del video streaming, spostando l’attenzione sui siti (e quindi utilizzo di Computer e Smart TV) rispetto agli Smartphone. È così cambiato, quasi senza essercene accorti, il modo di utilizzare Internet: meno Smartphone e più PC e Tablet. A causa del social distancing è diventata necessaria la ricerca di nuovi modi di connettersi, principalmente attraverso le video chat (Zoom è passato da poco più di 2 a circa 7 milioni di sessioni giornaliere, Google Classroom da 2 a 5 milioni, Microsoft Teams da 400.000 a oltre 2,2 milioni).
Il settore dei trasporti e in particolare dei viaggi aerei ha visto un calo di oltre il 90% del traffico, riprenderemo a volare come prima? Probabilmente molti viaggi di lavoro in futuro saranno sostituiti da video call, molto meno dispendiose e stancanti di una trasferta. Anche i settori del turismo, della ristorazione e della distribuzione al dettaglio (abbigliamento in primis) hanno visto cali simili. La nuova normalità sarà accompagnata da una riorganizzazione degli spazi fisici e da norme igienico-sanitarie che cambieranno il modo di interazione tra venditore e cliente, tra erogatore di servizio e chi ne usufruisce, introducendo ove possibile nuove modalità di scelta e consegna al cliente sfruttando la tecnologia (Realtà aumentata, droni, ecc.).
La pandemia e il seguente lockdown ha provocato una fortissima crisi economica che ha già fatto sentire il suo effetto e continuerà a farlo anche dopo la ripresa delle attività lavorative. Nel settore bancario, le filiali hanno dovuto ridurre l’orario di apertura al pubblico e spinto i clienti all’utilizzo di canali alternativi alla filiale per ridurre il rischio di creare pericolose code e assembramenti (come da linee guida governative per il contenimento del contagio). Tutto ciò in un momento in cui il bisogno di interazione tra il cliente e il proprio istituto di credito è aumentato notevolmente, spinto dalla crisi finanziaria e dalla possibilità di accedere alle misure di sostegno al reddito e alle imprese emesse dai Governi nazionali. Sul fronte pagamenti, su 1.000 interviste condotte da Doxa tra il 20 e il 24 marzo, si è registrato un 32% in più di utilizzo della carta di credito anche per pagare piccole somme di denaro, un 25% in più di utilizzatori dell’app della propria Banca e un -30% di utenti che si sono recati a un Bancomat/ATM per ritirare del contante.
Le modalità classiche di fare marketing delle aziende stanno cambiando rapidamente, non più la ricerca di nuovi compratori per propri prodotti e servizi, ma un’analisi attenta di ciascun cliente per intercettare i nuovi bisogni che emergono dalle nuove modalità di interazione sociale e professionale.
Stiamo vivendo, senza forse farci troppo caso, a un momento di incredibili innovazioni concentrate in un tempo brevissimo che porterà, passata l’emergenza da Covid-19, a una nuova normalità, molto più digitale, con nuovi lavori e nuovi servizi fino a qualche mese fa impensabili.
Sono già tanti gli esempi di riadattamento alla nuova normalità e non per forza guidati dalla tecnologia: Virgin Atlantic, Lufthansa, United e American Airlines hanno iniziato a usare gli aerei passeggeri come cargo merci per trasporto di alimentari e materiale sanitario; negli Stati Uniti Whole Foods, per proteggere dipendenti e clienti, ha trasformato alcuni grossi centri commerciali dedicandoli alla sola distribuzione a domicilio, industrializzando il processo e puntando sulla qualità e puntualità; alcuni ristoranti che hanno visto scendere drasticamente gli ordini lavorando solo a domicilio, per mantenere la freschezza e la qualità delle materie prime (con ordini giornalieri), hanno attivato la vendita accanto ai pasti pronti anche degli alimentari e delle bevande; alcuni hotel, vuoti per la mancanza di turisti, hanno cominciato a offrire pacchetti per i lavoratori fuorisede che non possono rientrare nella propria casa e non possono recarsi in ufficio, ma che possono lavorare in smart working, fornendo connessione Internet ultra veloce e tutto l’occorrente per lavorare.
Telemedicina, nuovi servizi di logistica, strumenti per meeting virtuali e formazione a distanza, maggiore attenzione alle tematiche ambientali e igienico-sanitarie,… Chi saprà sfruttare i nuovi bisogni che via via emergono si troverà a cavalcare la nuova ondata di innovazione. Ma anche le Istituzioni ricoprono un ruolo fondamentale. Ad esempio Milano, tra i luoghi più colpiti al mondo dall’emergenza, anticipando le problematiche che inevitabilmente ci saranno con la ripresa delle attività nel rispetto del distanziamento sociale in ambito trasporto pubblico e tra i pedoni e avendo ben recepito il calo dell’inquinamento (dal 30 al 75%) provocato dal lockdown, ha annunciato la trasformazione di 35 km di strade urbane entro l’estate per dare maggior spazio alle biciclette e ai pedoni associando drastiche politiche di riduzione del traffico veicolare.
Siamo pronti ad immergerci nella “nuova normalità”?
*Nico Saraceno
*Esperto in Innovation Management, oggi Responsabile Marketing Strategico e Operativo & Canali Digitali di Banca Agricola Popolare di Ragusa