Mercoledi’ scorso Jean-Claude Juncker ha presentato la propria squadra di 28 Commissari, distribuendo le rispettive competenze, che andranno a formare la futura Commissione europea a partire dal prossimo 1 Novembre. Certo, c’e’ ancora il passaggio del voto dell’Europarlamento da affrontare, ma dopo la campagna acquisti estiva (con gli ultimi colpi di mercato chiusi praticamente sul gong) il “Team Juncker” e’ pronto ad iniziare la stagione.
Le aspettative, per un torneo lungo 5 anni, sono tante: che l’Europa sia chiamata ad una svolta e’ fuor di dubbio e che questa potrebbe essere una delle ultime occasioni per dimostrare il suo peso politico imprimendo una svolta all’economia del continente, sembra essere l’assunto che accompagnera’ gli allenamenti del Team.
Al momento di giocare le partite, scendere in campo e affrontare gli avversari delle crisi economiche, estere e sociali, il Team Juncker dovra’ far valere la propria forza e dimostrare che il proprio assetto di squadra e’ bilanciato.
A difendere la porta europea e’ stata chiamata l’italiana Federica Mogherini, che sara’ l’Alto rappresentante per la politica estera europea. Il pacchetto della difesa dei conti pubblici – e che i maligni definiscono del “rigore”- e’ coordinato dal finlandese Katainen e affidato al libero con capacita’ di far ripartire l’azione, il francese Moscovici. Sulle fasce proveranno a spingere la ripresa la svedese Malmstrom (mercato) e la bulgara Georgieva (bilancio e risorse umane). A giocarsi una maglia da titolare anche uno dei sette vice-presidenti, il lettone Dombrovskis (Moneta unica e Dialogo sociale) insieme al croato Mimica (Sviluppo e cooperazione internazionale).
Sulla linea mediana, le chiavi del centrocampo sono affidate al primo vice-presidente, il socialista olandese Timmermans che avra’ anche il compito di curare le relazioni inter-istituzionali. A fare coppia con lui in mezzo al campo anche Maros Sefcovic (Slovacchia, Trasporti). Importanti saranno anche i portafogli europei che guarderanno ai confini e alle tante situazioni di crisi politiche che l’Europa sta vedendo continuare (dalla Siria a Gaza, passando per l’Ucraina). L’Austriaco Hahn (politiche di vicinato), il greco Avramapolous, primo commissario europeo per l’Immigrazione e il “cugino” cipriota Stylianides (aiuti umanitari) avranno il compito non facile di dare all’Unione europea un volto unitario quando si parla di politiche di difesa e di immigrazione.
Le mezzale a disposizione del Mister Juncker che dovranno spingere sui fronti del mercato digitale, della ricerca, dell’innovazione e di un rinnovato approccio alla crescita sono diverse e qualificate: all’inglese Hill e’ affidato il controllo della stabilita’ finanziaria, al vice-presidente estone Ansip il mercato unico digitale, alla slovena Bratusek la politica energetica, allo spagnolo Canete le politiche climatiche e all’irlandese Hogan l’agricoltura. Il numero 10 e’ da trovare tra il commissario danese per la competitivita’, Vestager, e la polacca Bienkowska (Industria, mercato interno e imprenditorialita’).
E con una disoccupazione che resta ancora il tallone d’Achille dell’Unione a 28, il portafoglio per il Lavoro, coperto dalla belga Thyssen, non puo’ che rappresentare l’attaccante che dovra’ finalizzare l’azione. Ed in un mondo globalizzato che procede a velocita’ spedita, l’altro attaccante non puo’ che essere il tedesco Oettinger (economia digitale). A completare un reparto che avra’ bisogno di forze fresche costanti, ci sono il portoghese Moedas (ricerca ed innovazione) e la rumena Cretu (politiche regionali, importanti se si considera quanto dei fondi europei vengano trasferiti a livello locale). A sostenere un livello di forma fisica adeguato, ecco i preparatori “atletici”, Andriukaitis (Lettonia, Sicurezza alimentare) e il maltese Vella (politiche marittime). Ma il Team Juncker fa dei valori in campo una delle proprie priorita’: al gruppo si uniscono due importanti tecnici comportamentali (la ceca Jourova alla Giustizia e l’unhgerese Navracsics all’Educazione e la Cultura).
A parlare sara’ il campo. Di certo c’e’ che il progetto di coach Juncker, come tutti i progetti politici, ha dovuto fare ricorso all’arte del compromesso per poter iniziare a creare intesa tra i compagni di squadra. Perche’ e’ questa la Commissione europea: una squadra dove tutti sono necessari e nessuno e’ indispensabile. E, una volta tanto, ai tifosi di tutta Europa, compresi i tanti delusi dalle ultime stagioni, non si chiede di sottoscrivere un abbonamento stagionale ma, quantomeno, di riempire lo “stadio” per la prima di campionato, in calendario il prossimo 1 Novembre. Ale’ Team Juncker.