Petrolchimico Priolo, “no” ministero ad area di crisi industriale complessa? La reazione di Turano


SIRACUSA – “Mi spiace apprendere del no all’area di crisi complessa per il petrolchimico siracusano da una dichiarazione del ministro Giorgetti ad un question time alla Camera, una sede rispettabile ma che non può rappresentare una forma di interlocuzione con la Regione siciliana. Restiamo convinti che la nostra richiesta al Mise abbia bisogno di un’analisi che tenga conto dell’accelerazione della transizione energetica, delle conseguenze della pandemia e chiaramente della situazione determinata dalla crisi in Ucraina”. Questa la reazione dell’assessore regionale alle Attività produttive, Mimmo Turano, appreso il diniego riferito dal titolare del Ministero dello Sviluppo economico (Mise) alla richiesta della Regione presentata alla fine dello scorso anno di riconoscimento per il polo petrolchimico del Siracusano di “area di crisi industriale complessa”, come già avvenuto per i poli industriali di Termini Imerese e Gela.
“Lo spirito della richiesta di area di crisi complessa da parte della Regione Siciliana per il petrolchimico siracusano – aggiunge l’assessore regionale – era quello di prevenire una crisi incipiente e che alla luce anche delle conseguenze della recente crisi ucraina rischia non solo di aggravarsi ma di essere disastrosa per il tessuto produttivo siciliano e nazionale”.
“L’area di crisi complessa per il petrolchimico di Priolo avrebbe richiesto una valutazione politico-strategica invece di un’asettica applicazione dell’attuale normativa – conclude l’esponente del governo Musumeci – Contiamo però di approfondire la questione leggendo le valutazioni del Mise, atteso che non credo si potranno limitare alle dichiarazioni rese nell’aula di Montecitorio dal Ministro”.
Ricordiamo che alle citate criticità del polo petrolchimico insistente sul quadrilatero Priolo Gargallo, Augusta, Melilli e Siracusa, si è recentemente aggiunta la vicenda del sequestro disposto dalla Procura aretusea del depuratore consortile dell’Ias per l’ipotesi di reato di “disastro ambientale aggravato”, stabilendo il divieto di immissione dei reflui provenienti dalle grandi aziende del polo industriale e sostanzialmente esponendo il petrolchimico al rischio paralisi.
(Nella foto di repertorio: polo petrolchimico di Priolo)